Famiglie e povertà

Le famiglie italiane tengono duro nonostante la crisi, fungendo da paracadute sociale e aiutando i giovani e gli anziani a far fronte alle difficoltà economiche.
Famiglie

Dal Rapporto Istat sulla povertà emerge che nel 2009, in Italia, i nuclei familiari in condizioni di povertà assoluta sono stati 1.162 mila, per un totale di più di 3 milioni di persone (il 5,2 per cento della popolazione). Un adulto (18-59 anni) che vive solo è considerato assolutamente povero se la sua spesa è inferiore o pari a 760,71 euro mensili se risiede in un’area metropolitana del Nord, a 682,23 euro se vive in un piccolo comune settentrionale, e a 512,62 euro se abita in un piccolo comune meridionale.

 

Le famiglie in condizione di povertà relativa, invece, sono state il 10,8 per cento delle famiglie residenti, pari a 2 milioni e 657 mila, per complessive 7 milioni e 810 mila persone, il 13,1 per cento dell’intera popolazione. La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti, spiegano dall’Istituto di statistica, è pari alla spesa media mensile per persona, che nel 2009 è risultata di 983,01 euro: inferiore, rispetto al 2008, di 17 euro.

 

I numeri non differiscono molto dai dati relativi al 2008, ma le differenze pure esistenti indicano che la qualità della vita degli italiani, soprattutto al Sud, sta peggiorando. Le famiglie assolutamente povere, infatti, non sono aumentate, ma le loro condizioni sono peggiorate.

 

Raggiungono con maggiori difficoltà la fine del mese anche le famiglie in cui ci sono operai (in maggioranza nel Centro Italia), quelle con un basso grado di istruzione, con più di due figli e almeno una persona anziana, mentre migliorano le condizioni di quelle in cui il capofamiglia è un lavoratore in proprio (soprattutto al Nord).

 

Se il tasso di povertà non è cresciuto in maniera rilevante nonostante la crisi è perché ancora una volta la rete delle famiglie italiane ha retto. Nel 2009, infatti, l’80 per cento del calo dell’occupazione ha colpito i giovani, e in particolare quelli che vivono ancora con i genitori. Grazie alle famiglie di origine, la disoccupazione che si è creata non si è tramutata in nuova povertà. A loro volta, le famiglie sono state tutelate dalla cassa integrazione, che ha interessato prevalentemente i capifamiglia.

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