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F1: Norris show in Messico ma tutto può ancora succedere

di Noemi Di Benedetto

- Fonte: Città Nuova

Solo 4 gare al termine del mondiale che sembrava già chiuso con il sigillo di Oscar Piastri. Improvvisamente è diventato più aperto che mai, con una sola certezza: la McLaren ha vinto il titolo costruttori già da qualche gara

Il britannico Lando Norris della McLaren festeggia dopo aver vinto il primo posto nel Gran Premio di Formula 1 del Messico all’Autodromo Hermanos Rodriguez di Città del Messico, Messico, il 26 ottobre 2025. Ansa EPA/Jos

Se Austin aveva riaperto il mondiale piloti con un incredibile Max Verstappen che, inaspettatamente, aveva ripreso a combattere attivamente per il mondiale numero 5 in carriera e con un Norris che si era messo ad inseguire da vicino il compagno di squadra Oscar Piastri, il Messico cambia completamente le carte in tavola. Il Paese “de los muertos” in questi giorni vede, infatti, lo “swap positions” delle due papaya nel mondiale piloti con Norris leader e Piastri che insegue da vicino a meno un punto dalla vetta e Max dietro, a meno 36 che aspetta solo un passo falso della scuderia di Andrea Stella per salire in vetta alla classifica piloti. Un cambio di rotta completamente inaspettato fino alla prima settimana di settembre che aveva visto l’australiano della McLaren saldamente al primo posto del mondiale, ad una buona distanza di sicurezza dall’inglese del suo team, senza contare la distanza abissale che lo separava dall’olandese della Red Bull. Un cambio repentino dovuto, in parte, alla ritrovata competitività della Red Bull numero 1 di Max, in parte, ad una guida sottotono dei piloti dell’astronave Papaya ma, soprattutto, alla scomparsa della monoposto di Piastri da dopo il GP di Monza. Dopo ben 7 vittorie e 7 podi in 16 gare, ecco chiudere la striscia di podi – fino ad ora – per Piastri che registra il suo ultimo podio nel terzo posto del GP di Monza. Dopodiché tutte gare a dir poco anonime: ritiro ad Azerbaijan, quarto a Singapore, quinto ad Austin e in Messico. Insomma, un ultimo periodo assolutamente in discesa per l’australiano che, oltre a veder calare le sue prestazioni sulla ML39, ha visto attaccare la sua leadership al mondiale fino ad assistere, inerme, al sorpasso del compagno di squadra nella classifica piloti. Una situazione a dir poco spiacevole per Piastri che, contrariamente ai pronostici della vigilia che vedevano Norris già a festeggiare per il suo primo mondiale, aveva dimostrato di avere un feeling maggiore con la macchina, insieme ad una guida aggressiva ma prudente che lo aveva portato ad essere – con gran merito – leader indiscusso del mondiale piloti. Una situazione al momento ribaltata ma ancora estremamente aperta, a patto che si assista alla ricomparsa della sua monoposto, al momento non pervenuta.

Riecco le Rosse, ma che sfortuna Lewis

E, proprio mentre la monoposto di Piastri scompariva nelle retrovie – si fa per dire – e mentre il mondiale piloti si riapriva ecco riapparire, come per magia, gradualmente, le rosse di Maranello. Dopo un pessimo inizio di stagione e un rientro dalla pausa estiva non migliore, ecco che da Austin si rivede un po’ il rosso delle Ferrari, proprio lì dove deve stare: sul podio. Ad Austin, la monoposto #16 arriva sul podio nella gara vinta da Verstappen con Norris secondo ed Hamilton si gode da vicino il podio del compagno di squadra da un’ottima quarta posizione. In Messico va addirittura anche meglio – almeno fino all’inizio della gara – perché le due rosse si vedono, per la prima volta dopo tantissimi sabati a lottare per entrare anche solo in Q2, lottare per la pole position per poi chiudere le qualifiche in seconda e terza posizione: il risultato migliore finora ottenuto in qualifica per le due Ferrati di Leclerc ed Hamilton. All’inizio della gara, ecco poi l’ottimo spunto delle due monoposto di Maranello che, tra una bagarre e l’altra, riescono a mantenere le loro posizioni di partenza, nonostante una partenza molto movimentata e con qualche contatto di troppo anche tra compagni. Ma ecco, poi, placare subito la gioia dei tifosi delle Rosse con una durissima penalità di Lewis Hamilton di ben 10 secondi che lo fa scivolare dalla terza alla nona piazza, causa un rientro in pista irregolare dopo una lotta con Verstappen da cui avrebbe tratto vantaggio. Da qui in poi, gara assolutamente compromessa per il povero Lewis che non riesce a portare a casa quello che sarebbe stato il primo podio della stagione e chiude la gara solo ottavo, dietro Norris, Leclerc, Verstappen, Bearman, Piastri e i due uomini della Mercedes. Scintilla rossa anche per Bearman, pilota Haas motorizzata Ferrari, miglior pilota del giorno che chiude in una straordinaria quarta posizione, dopo aver passato oltre metà gara sul podio, difendendosi dagli attacchi di Red Bull, McLaren e Mercedes. E, naturalmente, dulcis in fundo, applausi per un magnifico Charles Leclerc che, al termine di una gara abbastanza liscia – fatta eccezione per la lotta con Verstappen negli ultimissimi giri – ha portato a casa un ottimo secondo posto che porta la Ferrari al secondo posto provvisorio del mondiale costruttori, ad un solo punto di distanza dalla Mercedes.

E anche se non era proprio questa la stagione che ci aspettavamo da questi due quando, al termine dell’ultima gara lo scorso anno si erano guardati come per dire “l’anno prossimo non finirà con un’altra delusione”, non possiamo che essere fieri dei due piloti della Rossa che, nonostante una monoposto decisamente sotto le aspettative, riescono ancora a regalarci delle emozioni e a farci credere, anche solo il tempo di qualche giro, che tutto è ancora possibile.

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