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Europa, agire per una pace senza ricatti

di Carlo Cefaloni

- Fonte: Città Nuova

Carlo Cefaloni

Maratona web il 24 febbraio promossa a 3 anni dall’invasione russa dell’Ucraina per ristabilire giustizia e sicurezza condivisa con gli strumenti della politica e della diplomazia, nel quadro del diritto internazionale. Con papa Francesco, unica voce di resistenza alla guerra. Iniziativa congiunta di Europe For Peace, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace, Sbilanciamoci e Coalizione Assisi Pace Giusta

Pace Europa ANSA/GIANLUIGI BASILIETTI

A tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina il mondo intero assiste ad un cambiamento repentino della politica estera degli Usa con il presidente Donald Trump deciso a trattare direttamente con Putin il nuovo assetto geopolitico dell’area, estromettendo il governo di Kiev e gli stessi alleati europei della Nato. Per poter contare qualcosa e sedersi in qualche modo al tavolo delle trattative, questo il messaggio, gli Stati del vecchio continente devono spendere di più in armi ed essere disposti ad inviare soldati sul campo, senza poter contare a lungo sulla copertura militare e finanziaria statunitense.

La nuova strategia del presidente Trump è aperta ad ogni incognita e rovesciamento di fronte. Non solo alla possibile adozione, entro Pasqua, del piano di cessate il fuoco concordato dal generale Kellog, delegato alla trattativa dalla Casa Bianca.

Come afferma, in un’intervista a Fanpage, Francesco Vignarca, di Rete italiana pace e disarmo, «è evidente che escludere l’Europa ma ancora di più l’Ucraina da quel tavolo significa che non si sta discutendo di una pace vera, e neanche di una pace limitata agli aspetti diplomatici di un armistizio. Dalla guerra il nostro continente esce a pezzi politicamente, diplomaticamente ed economicamente».

Il 24 febbraio 2025 è anche il giorno dei risultati definitivi delle elezioni politiche in Germania con la novità prevedibile della crescita del partito di estrema destra sostenuto apertamente dal vicepresidente Usa James David Vance e da Elon Musk, consigliere diretto di Trump. L’Afd non andrà al governo ma la nuova maggioranza imperniata sulla Cdu si annuncia determinata ad assumere una linea di chiusura verso le migrazioni, confermando l’impegno per il riarmo avviato con decisione dal cancelliere socialdemocratico Scholz che resterà al governo di coalizione nonostante un grave perdita di consenso.

Dove andrà l’Europa? Senza una capacità autonoma di proposta sul tavolo delle trattative internazionali, sarà essa stessa a finire sul tavolo per essere spartita. È questo il commento più volte offerto da Romano Prodi, ex presidente italiano della Commissione europea.

Sull’unico protagonismo possibile dell’Europa come attore di pace ha più volte insistito papa Francesco. Una vera e propria piattaforma ideale resta il suo intervento del 2016 al ricevimento del premio Carlo Magno: «Che fine hai fatto, Europa?».

A tre anni dal precipitare degli eventi che hanno riportato la tragedia del conflitto armato nel continente europeo, dopo l’immane disastro dei popoli consumato nel fine secolo scorso con la disgregazione dell’ex Jugoslavia, il vecchio pontefice romano giace sul letto di un ospedale. Un’icona dell’apparente impotenza dell’unico punto di riferimento mondiale capace di gridare e ammonire sulla follia della guerra, esponendosi all’incomprensione aperta o effettiva anche di parte della sua Chiesa.

A Francesco, il papa venuto “quasi dalla fine del mondo”, si è rivolto come punto di riferimento il variegato movimento della pace che si è mosso concretamente in questi anni sostenendo e dando voce, prima di tutto, agli obiettori alla guerra, a partire dalle voci di dissenso presenti anche in Russia. Andando anche sul posto per sostenere la popolazione sotto assedio con la carovana Stopthewarnow mantenendo aperta la porta ad una possibile via di uscita con proposte concrete elaborate con il sostegno degli esperti di diplomazia e relazioni internazionali.

Una costante pressione a fermare il punto di non ritorno segnato da sofferenze e lutti che preparano nuove guerre. È stato questo il messaggio della manifestazione indetta a Roma il 5 novembre 2022 da Europe for peace, una coalizione che vede la partecipazione diretta anche di molte associazioni e movimenti di estrazione cattolica. Una lunga marcia iniziata con il messaggio del presidente della Cei, card Matteo Zuppi.

Mentre in troppi hanno spinto per proseguire e sostenere il conflitto armato, anche la diplomazia italiana ha avanzato proposte concrete basate sull’esperimento positivo raggiunto sui territori contesi dell’Alto Adige. Tentativi fatti fallire in questi anni da interessi finora prevalenti.

Per ribadire l’esigenza di una politica di pace che non può essere fondata sul riarmo senza fine, nella giornata del 24 febbraio 2025 è prevista una maratona no stop sul web dalle 10 alle 22 promossa da cinque Reti della società civile italiana: Europe For Peace, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace, Sbilanciamoci e Coalizione Assisi Pace Giusta.

L’iniziativa comune sul web è affiancata da una miriade di iniziative promosse sui territori in questi anni come parte di una  rete che non ha bisogno dei grandi eventi per dimostrare di esistere.

Esplicito il testo di convocazione della “maratona” online che resterà sul web con dibattiti, approfondimenti, informazioni, confronti: «Tre anni dell’invasione della Russia in Ucraina. Tre anni di guerra. Tre anni di escalation militare. Tre anni in cui l’Europa è piombata in una economia di guerra. Tre anni di morti, distruzioni, milioni di sfollati. Tre anni di guerra alla natura e alle risorse del pianeta. Tre anni di oblio della ragione e della politica, in balia della violenza delle armi, dell’arroganza e della prepotenza. Tre anni di censura dell’informazione».

L’obiettivo politico è quello di «fermare la guerra in Europa per ristabilire giustizia e sicurezza condivisa con gli strumenti della politica e della diplomazia, nel quadro del diritto internazionale e non con nuovi ricatti, affari o accordi segreti».

Queste alcune delle domande al centro della maratona web: «Perché questa guerra in Europa? Si poteva evitare? Quali sono i costi umani, ambientali, economici della guerra in Ucraina? Siamo dentro un’economia di guerra, l’Europa corre al riarmo Quale pace, come? Dove stiamo andando: Sistema ONU o sistema Trump?».

L’iniziativa si svolgerà dalle ore 10:00 alle ore 22:00 di lunedì 24 febbraio, con diretta streaming sul canale YouTube di Rete Pace Disarmo, sulle pagine Facebook di Fondazione PerugiAssisi e Sbilanciamoci, e sulle piattaforme digitali delle organizzazioni facenti parte delle cinque Reti promotrici.

Qui la diretta streaming sul canale YouTube di Rete Pace Disarmo

 

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