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L'Esperto risponde > Scienza e società

Andrea Crisanti e la scienza responsabile

di Giuseppe Pellegrini

In questi mesi di pandemia, non sempre gli scienziati sono andati d’accordo. Quale è secondo lei il corretto ruolo e la responsabilità dello scienziato nella scena pubblica?

Esistono momenti in cui si può e si deve andare oltre il confine delle norme. Nel caso della pandemia da Covid-19, abbiamo assistito a uno di questi episodi nel rapporto tra scienza e società. Tra i vari scienziati che sono saliti alla ribalta mediatica, il microbiologo Andrea Crisanti ha svolto un ruolo particolare, dimostrando che l’azione dei ricercatori è orientata dalla verificabilità degli esperimenti non solo per fini teorici, ma anche quando hanno un’utilità pratica.

Il “padre dei tamponi”, così è stato definito Crisanti dalla prestigiosa rivista Science, iniziò a somministrare dei test a giovani che erano tornati nel mese di gennaio dalla Cina, soggetti asintomatici e non. In questo modo decise di operare in modo diverso da quanto indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Istituto Superiore di Sanità.

Successivamente, in accordo con la Regione Veneto, Crisanti diresse un esperimento epidemiologico nel comune di Vo’ Euganeo. L’esperimento confermò il potere di trasmissione degli asintomatici. L’azione epidemiologica più efficace, secondo Crisanti, è quella di chiudere gli accessi a un determinato territorio, somministrare i tamponi a tutti i residenti e isolare i positivi. L’esperimento ebbe successo e nel Veneto iniziò una campagna di test a tappeto coinvolgendo un numero molto elevato di persone.

In modo indiretto, Crisanti lanciò una sfida coraggiosa all’OMS, adottando una pratica di cura non prevista per la situazione di pandemia che stavamo vivendo nel nostro paese. In un’intervista disse: «Ho imparato che nella scienza bisogna sfidare lo status quo se si vuole andare avanti», per affrontare un crisi come quella del Covid-19, andando contro una direttiva ministeriale ritenuta fondamentalmente sbagliata, come i fatti hanno poi dimostrato.

L’azione di Crisanti mette in luce due aspetti fondamentali del ruolo dello scienziato nella scena pubblica: la responsabilità e la credibilità. Fronteggiando pareri diversi e spesso opposti, Crisanti ha messo in gioco la sua reputazione scientifica proponendo soluzioni controintuitive e impopolari.

In questo modo, pur rimanendo nel suo ambito di competenza, ha dato un contributo rilevante alle scelte di politica sanitaria favorendo l’individuazione di soluzioni adeguate. Inoltre, la sua credibilità è cresciuta grazie all’efficacia di quanto suggerito e realizzato, particolarmente quando è riuscito a mantenere un rapporto costruttivo con le diverse componenti sociali, anche quando vi sono state inevitabili divergenze sui tempi e i modi di realizzazione.

Al pari di altri importanti scienziati che nel corso della storia hanno proposto innovazioni ardite e poco comprensibili, come Pasteur o Foucalt, Crisanti è andato al di là di quanto previsto dalle norme per poter esplorare nuove soluzioni e avviare percorsi efficaci di prevenzione e cura. In questo modo ha messo in luce come sia possibile proporre una scienza responsabile anche quando si devono affrontare situazioni di crisi e diffusa incertezza.

 

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