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L'Esperto risponde > Salute

A proposito di omeopatia

di Anna Ramogida

Sento parlare di omeopatia, ma molti pensano che sia un sistema di cura non fondato su basi scientifiche. Esattamente cosa si intende con il termine omeopatia?

Lettera firmata

“Scopo principale ed unico del medico è quello di rendere sani i malati, ossia, come si dice, di guarirli” recita il primo paragrafo dell’Organon, il libro più importante per studiare la dottrina omeopatica che Hahnmann, considerato il suo fondatore, aggiornò più volte (sesta ultima versione pubblicata postuma alla sua morte).

Hahnemann sviluppò il sistema di cura dell’Omeopatia a partire dall’osservazione del malato, dell’ambiente in cui viveva e si ammalava, quindi nella medicina omeopatica ritroviamo gli stessi principi “tradizionalmente” definiti scientifici – per il nostro sapere occidentale: osservazione diretta dei fatti, formulazione di un’ipotesi, sperimentazione e riproducibilità dell’evento-esperimento, soltanto che per capire il reale meccanismo d’azione del rimedio omeopatico si sta ancora investigando.

L’omeopatia vuole essere una medicina “a tutto tondo” perchè attraverso un approccio olistico (globale e unitario) alla persona e alla sua individualità, vuole ripristinare lo stato di salute attraverso le risorse bio-psico-fisiche di ciascun individuo.

Il sistema omeopatico di cura si fonda su uno dei principi postulati e supportati da Ippocrate e Galeno, i due medici e filosofi considerati i padri dell’arte medica in occidente (conoscete il giuramento di Ippocrate che ogni medico fa all’inizio della sua carriera?). Ippocrate visse tra il 460 – 377 a.C e formulò i due famosi principi: il principio dei simili,“Similia Similibus Curentur” e quello dei contrariContraria contrariis curantur”; il primo è stato quasi completamente disatteso – fino all’arrivo di Hahnemann (1743 – 1855), scopritore dell’omeopatia (vedi “La vita interiore di Samuel C. Hahmenann, R. Larnaudie – Salus Infirmorum), l’altro lo conosciamo di più: perchè sul principio dei contrari è basato tutto il sistema attuale di cura del mondo occidentale.

Ma non voglio affatto eludere la domanda iniziale, solo citare alcuni principi cardini dell’omeopatia, per aprire “un piccolo scorcio” e farvi diventare più curiosi.

In omeopatia la totalità dei sintomi è la base del trattamento medico; l’uso dei rimedi singoli (perlopiù di origine vegetale, animale, minerale) con il quadro di rappresentazione dei sintomi e la loro sfera d’azione sono stati determinati in precedenza da chiari e controllati esperimenti condotti su persone sane.

Importante poi è il concetto della “dose minima” ovvero quella capace di produrre una reazione dinamica o funzionale: perchè l’omeopatia, così come altre medicine cosiddette “alternative”, mira a curare la persona nella sua individualità fisiologica, andando a stimolare cioè la fisiologia di quello specifico individuo – unico – in modo da riconquistarne lo stato di salute.

Il dialogo tra i diversi sistemi di cura costituisce oggi più che mai una grande sfida; è con tanta onestà, in chi la pratica e in chi la usa, che ciò viene ammesso: ci sono basi comuni di confronto ma c’è ancora da lavorare.

Pensate che già al suo apparire l’omeopatia subì molti contrasti e allo stesso tempo una grande diffusione in tutto il mondo.

In Italia uno dei medici che ha lavorato molto per il suo impiego e la ricerca è stato il professore Antonio Negro, allievo e poi collega del padre fondatore dell’endocrinologia italiana Nicola Pende; e qui potremmo aprire dei capitoli di storia molto interessante (se vi interessa approfondire a Roma esiste il primo museo dell’Omeopatia in Italia www.fondazionenegro.it).

Esiste una ricerca omeopatica molto fiorente e – perdonate la rima – silente all’opinione pubblica; vari articoli scientifici su cui potete documentarvi (vi segnalo uno tra tanti perchè ho avuto modo di conoscerlo di persona, quello del Prof. Vittorio Elia in merito alla Ricerca scientifica sulle Alte Diluizioni “EDS – Extremely Diluted Solutions”: www.omeopatiasimoh.org).

Ci sono riferimenti a studi di meccanica quantistica – ovvero a quella fisica in cui “la concezione spazio-tempo” è stata superata dalla teoria della relatività – laddove il confine tra chimica e fisica è molto labile perchè appunto se la realtà della vita è un sistema complesso, come sostenitori della Scienza – vogliamo impegnarci a navigare in tale bellissima e armonica complessità.

 

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