Tutto si svolge nel piccolo mondo di un’isola di luminosa bellezza, dove la fotografia particolarmente “tattile”, fa sentire colori luci sapori e perfino la sabbia sui corpi in estate e le nuvolaglie nere, le onde limacciose d’inverno. A Ventotene vive un mondo antico, un’altra Italia: fatta di valori naturali, di accoglienza, di semplicità. Così sono
Delicato e tenero, quasi casto nelle scene d’amore, il film non racconta solo una storia fra due giovani. Con la sua natura sensibile al sociale, D’Alatri affronta anche lavoro nero, immigrazione, disagio giovanile. Ne semina qua e là i motivi. Senza insistere, ma sono tocchi che parlano.
I due protagonisti alla loro prima prova, Dario Castiglio e Martina Codecasa sono veri ed il regista li riprende e li fa recitare (vivere) con uno sguardo complice e rispettoso, in un racconto scorrevole che è una sorta di atto d’amore per la giovinezza e per un mondo ancora sano che esiste (tutto da scoprire) nella nostra Italia. Un film “diverso”, che rischia di essere, involontariamente, una specie di “antiMoccia”. Meno male.