Erano due o trecento euro?

Cose che capitano a chi è un commerciante onesto, che mette al primo posto il servizio ai clienti.
Un negozio di alimentari

Marco ed Eva sono una coppia che ha da poco superato i quarant’anni di matrimonio. Come attività, gestiscono una salumeria. I tempi, per questi esercizi, sono grami per l’onestà dei due nel fatturare tutto e per la concorrenza spietata della grande distribuzione: basti pensare che nel nostro paese di tredicimila abitanti i supermercati sono quattro.
Marco ed Eva sopravvivono grazie ad una clientela affezionata che fa ancora la spesa “a libretta”; si tratta soprattutto di dipendenti e pensionati che “fanno segnare” la spesa e saldano il conto, in tutto o in parte, quando percepiscono lo stipendio o la pensione.

La settimana scorsa la signora Marta è andata a far spese in salumeria quando c’era solo Eva e le ha consegnato un rotolo di banconote; intenta a servire altri clienti, Eva non ha contato i soldi e li ha messi da parte. A sera ha fatto i conti con Marco e ha preso questo rotolo che, ricorda bene, conteneva diciannove banconote da venti, una da dieci e due da cinque euro, per un totale di duecento euro.

Il giorno successivo la stessa signora è tornata a fare spese in quel negozio e Marco, in quel momento da solo, le ha detto che aveva provveduto a scalare i duecento euro dal conto. Al che la cliente ha precisato che nel rotolo c’erano trecento euro e non duecento.
Quando Eva è arrivata in salumeria, Marco le ha chiesto di risolvere l’equivoco telefonando alla signora Marta. Quest’ultima, a sua volta, ha giurato su quanto aveva di più caro di aver consegnato trecento euro e non duecento; e anche quando Eva le ha descritto la formazione del rotolo, ha continuato a ribadire la sua versione dei fatti.
A questo punto, in base al principio che “il cliente ha sempre ragione”, per non guastare un rapporto, Marco s’è rassegnato a considerare i cento euro tra le perdite. Da notare che, per una salumeria che va avanti col rispetto di tutte le regole, si trattava di una cifra consistente.
Quanto ad Eva, s’è sentita spinta in cuor suo ad abbracciare il dolore per questo incidente con una nuova adesione a Dio, rimettendo tutto a lui.
Appena presa questa decisione, il telefono ha incominciato a squillare: era la signora Marta. Piangendo, ha spiegato che aveva preparato due rotoli di banconote, uno da trecento euro da portare in salumeria e uno da duecento per un altro negozio. Soltanto dopo essere arrivata lì, quando ha contato i soldi, si era resa conto dell’errore commesso: i trecento euro erano nel secondo rotolo.
Poco dopo la signora si recava nel negozio di Marco ed Eva per consegnare loro il denaro mancante.

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