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Ekklesía: sulle vie del dialogo 

di Maria do Sameiro Freitas

Uni-diversità – Sulle vie del dialogo è il tema centrale del numero 28 di Ekklesía, che porta il lettore nel cuore del movimento ecumenico contemporaneo. Vi si raccolgono esperienze, riflessioni e testimonianze che mettono in luce la bellezza di un cammino fatto di differenze riconciliate. In un anno segnato da anniversari importanti, come i 1700 anni dal Concilio di Nicea, la rivista invita a riscoprire l’unità come dono e compito per le Chiese di oggi.

Il fascicolo attinge ampiamente al Convegno ecumenico Called to Hope (Chiamati alla speranza), organizzato dal Centro “Uno” per l’unità dei Cristiani[1], che ha riunito nel marzo 2025 persone di 20 Chiese cristiane e 40 nazioni per quattro giorni di confronto e fraternità a Castel Gandolfo (Roma). L’immagine emersa è quella di un popolo multicolore che sa riconoscersi per apertura e accoglienza reciproca, segno profetico di un mondo riconciliato.

Il numero offre pagine di spessore teologico e spirituale assieme a testimonianze dai quattro angoli del mondo – una boccata d’aria fresca in questo anno giubilare in cui siamo chiamati a vivere e proporre all’umanità prospettive di speranza.

Callan Slipper, sacerdote anglicano e teologo, insieme a Jesús Morán, co-presidente del Movimento dei Focolari e filosofo, si soffermano sull’urgenza dell’unità dei cristiani sullo sfondo di un mondo che sembra sull’orlo del baratro con sempre nuovi conflitti.

Al cuore del numero, una tavola rotonda di esponenti di diverse Chiese partecipanti alle due sessioni del Sinodo della Chiesa cattolica sulla sinodalità, tra cui Margaret Karram, presidente dei Focolari. Insieme illustrano la loro esperienza al Sinodo e tracciano piste per un cammino condiviso delle Chiese.

Un’intervista con mons. Andrea Palmieri, sottosegretario del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, e il prof. Martin Illert del Consiglio Ecumenico delle Chiese porta il lettore alla riscoperta del significato di eventi importanti che si celebrano nel 2025: i 1700 anni dal primo Concilio universale a Nicea, la comune data della Pasqua e i 60 anni di abrogazione delle scomuniche tra la Chiesa di Roma e il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.

Contributi come quello della dott.ssa Natasha Klukach, anglicana, membro del Global Christian Forum, e Martin Hoegger, pastore riformato, sulle celebrazioni previste per il 2033 – due mille anni dalla risurrezione di Gesù – aprono prospettive per il futuro.

Nella sezione dedicata agli scenari internazionali, spiccano le testimonianze di mons. Derio Olivero sul dialogo ecumenico e interreligioso in Italia e di Karen Petersen Finch, presbiteriana, che riporta l’esperienza vissuta dalla sua comunità e quella cattolica a Clarkston (USA), partendo della lettura della Bibbia. Dal Brasile al Burundi, dall’Egitto alle Filippine, le esperienze raccontate mostrano come il dialogo ecumenico nasca spesso dal basso, in contesti di conflitto o di quotidiana convivenza. Testimonianze da Irlanda, Slovacchia, Serbia, America Latina, completano il quadro, raccontando esperienze di frontiera dove il dialogo tra Chiese diventa occasione di pace, riconciliazione e crescita sociale.

Nella rivista non mancano poi notizie sullo sviluppo del Percorso sinodale mondiale, con un accenno alle Tracce per la fase attuativa del Sinodo, pubblicate dalla Segreteria generale del Sinodo nello scorso luglio, ed esempi di stile sinodale vissuti in diocesi, raccontati dal vescovo Józef-Csaba Pál della Romania.

In Buone pratiche un progetto per il reinserimento di persone detenute in Uruguay sostenuto dalla CEI con il contributo 8×1000.

Nella sezione Letture la segnalazione di due libri con matrice ecumenica: quello di Sandra Ferreira sui rapporti tra il patriarca ecumenico Athenagoras I e Chiara Lubich, e la biografia di Gabriella Fallacara, ecumenista apripista.

[1] Centro del Movimento dei Focolari che si dedica specificamente al dialogo ecumenico

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