Diario dalla Siria/24

La notizia dell'elezione di papa Francesco è arrivata anche in Siria. La scelta del nome del poverello di Assisi evoca la pace e, per chi vive in un Paese in guerra, è un forte segno di speranza
Guerra in Siria

Siamo alla vigilia del secondo anniversario dall’inizio delle rivolte nel Paese e per questo si aspettano in questi giorni colpi grossi, già preannunciati e che lasciano la gente nella paura. Per questo seguiremo i consigli degli amici: uscite solo se necessarie e non lontane da casa. Intensifichiamo la preghiera, perché la Madonna eviti ulteriori disastri.

La notizia dell'elezione di papa Francesco è arrivata qui, in una serata stranamente calma e con l’elettricità erogata di continuo, dopo una giornata di esplosioni nella periferia e forti sparatorie in vari quartieri. Eravamo pronte a perdere l’evento straordinario e tanto atteso dell’annuncio "habemus Papam" e invece la corrente elettrica non ci ha lasciato un istante, così il nome del nuovo papa: Francesco, è risuonato anche per noi in diretta facendoci sussultare.

Non abbiamo subito pensato alla povertà, lo ammettiamo, ma piuttosto alla pace! Francesco, l’uomo della pace, con la natura e con gli uomini, l’uomo che venne in Oriente per parlare con il Saladino, l’uomo della fraternità, del dialogo. Tutto questo in pochi istanti, mentre aspettavamo commosse di vederlo comparire sulla Loggia centrale e fissarlo negli occhi. Poche e rapide le telefonate per dirci: “Mabrouk!” (Felicitazioni e benedizioni), gli amici vogliono lasciarci il più possibile davanti alla tv a seguire ogni parola, ogni gesto. I commenti sono gioiosi e molto positivi, del resto tutti sono stati profondamente colpiti dalla domanda fatta al popolo di pregare per lui, su di lui.

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