Dentro la conferenza nazionale della famiglia

Mentre proseguono i lavori ascoltiamo dati e voci all’interno dei lavori dei gruppi in cui sono divisi i 2000 partecipanti
Conferenza nazionale famiglia

Proseguono i lavori della 2° Conferenza Nazionale per la famiglia che si sta svolgendo a Milano. Nel secondo giorno si è entrati nel vivo attraverso vari gruppi di lavoro nei quali si sono suddivisi i circa 2000 partecipanti.

 

Si è parlato di diritti sociali, inclusione accoglienza della vita, reddito e trattamento fiscale, ruolo educativo della famiglia, lavoro, immigrazione e società interculturale, affido e adozione, servizi per la prima infanzia, fragilità, disabilità, anziani, media e nuove tecnologie: una panoramica a tutto tondo, che svela quanto la famiglia è chiamata a vivere.

Spesso ne esce un quadro che non meraviglia e che ben conosciamo: i fondi sono in contrazione, alcune strutture chiave del welfare non reggono alla riduzione dei fondi, gli operatori sono sotto pressione. Secondo i calcoli di Luigi Campiglio dell’Università Cattolica di Milano alle misure previdenziali per le famiglie sono venuti meno 11,4 miliardi di euro tra il 1996 e il 2008. Giovanni Battista Ascone, del settore materno-infantile del Ministero della Salute, ha evidenziato che hanno chiuso ben 176 consultori.

Il sociologo Giancarlo Rovati dell’Università Cattolica ha ricordato che 1,3 milioni tra bambini ed anziani, hanno problemi a metter su un piatto tutti i giorni per problemi legati alla povertà.

 

L’Ordine degli Assistenti Sociali, in un messaggio rivolto al sottosegretario Carlo Giovanardi, hanno lanciato una domanda molto chiara: “si intende investire su questa istituzione?” Certo i problemi ci sono ed occorre dirselo, ma vi è anche tanta vita e tanta fatica per dire qualcosa di fattivo. Tra un gruppo e l’altro abbiamo voluto ascoltare alcune di queste “voci dentro” che possano dare un polso delle aspettative, ma anche dell’impegno.

 

Qualche domanda a Giuseppe Barbaro, membro dell’Osservatorio nazionale sulla Famiglia e vice presidente della Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche che si dice «favorevolmente sorpreso dal fatto che ci sia una presa di coscienza maggiore che l’Unione Europea agisce sulle legislazioni degli Stati membri in tema di famiglia» Circa le aspettative egli sottolinea che «sembra particolarmente ricca l’organizzazione della conferenza perché ci sono contributi molto variegati e molto pensati, sembra improvvisazioni di sorta» E le prospettive? «Il momento politico è difficile, ma prendiamo atto che il tema Famiglia è realtà di cui si è presa consapevolezza E non posso che sottolineare che un merito particolare spetta alle associazioni familiari che non hanno mai mollato la presa su questi temi.

 

Certo se guardiamo ai risultati non possiamo certo farci prendere dall’entusiasmo, però ci basta aver riportato l’orologio politico con le lancette rivolte alla famiglia.» Poi chiediamo al rappresentante europeo delle Associazioni familiare una parola circa il sempre maggior distacco tra Paese reale e politica. «Qui è senz’altro rappresentata una piccola, anche se significativa parte del paese che si mostra attenta, ma dietro le quinte c’è una realtà che rimane in attesa delle ricadute pratiche. E’ necessario un forte sforzo di essere nel quotidiano, con meno chiacchiere, nel concreto, come sottolineato, tra il resto, dal cardinale di Milano Tettamanzi, in apertura di Conferenza».

 

Un sindaco, Maurizio Bernardi, di un paese affacciato su uno splendido lago, Castelnuovo sul Garda, che da anni vive un forte impegno per la famiglia che ha superato ampiamente i confini della sua provincia di Verona. Sindaco perché piccolo è bello? «E’ bello perché nonostante le crisi, nei nostri tantissimi paesi dell’Italia, che sono la maggioranza, esistono reti formali e informali di famiglie. Si tratta di valorizzarle, di portarle ad un discorso il più possibile unitario, in modo che applichino bene il tanto citato principio di sussidiarietà orizzontale. Se un’amministrazione comunale riesce a far passare questo tipo di impostazione, è chiaro che poi, a domino, è una buona prassi che contagia. Il senso di coesione, famiglie sane sono più presenti di quel che si pensa e questo rende più facile un welfare comunity-care, cioè una comunità che ha a cuore se stessa»

 

E’ soddisfatto della Conferenza come amministratore? «Intanto c’è da imparare sempre e quindi la cosa è positiva. Poi è chiaro che passiamo dagli spot di chi governa e le critiche di chi non sempre è d’accordo, ma non vorrei che la famiglia e la persona vengano schiacciate da queste polarizzazioni. Poi cerco di rimanere sempre positivo e penso che, a furia di parlare di famiglia, alla fine qualcosa venga fuori». Uno sguardo alle politiche fiscali e alle proposte in essere. Città Nuova ha già parlato della proposta del Forum delle Famiglie (n.20/2010) sul cosiddetto “Fattore Famiglia”, una proposta di riforma fiscale. A che punto lo stato dell’arte? Ce lo spiega Roberto Bolzonaro, vice presidente del Forum delle Famiglie e portavoce,alla Conferenza nazionale, del Gruppo di Lavoro “Reddito e trattamento fiscale”. «Si sta andando dritti sulla proposta del Fattore famiglia dove si registra una convergenza della maggioranza e delle opposizioni, dei sindacati, tutti e della Confindustria.

 

Inoltre vi è anche la forte richiesta di una revisione dello strumento dell’ISEE (la modalità di certificazione per verificare il diritto d’accesso a varie prestazioni, ndr) che ha mostrato tutte le sue difficoltà a registrare in modo preciso la capacità economica della famiglia. Infatti vi sono tante realtà come la casa, la cura di minori, disabili e anziani, le varie rette per l’educazione e l’assistenza dei figli, che non trovano residenza nell’attuale modalità. Certo, poi bisognerà scrivere il capitolo delle risorse e sappiamo quanto è difficile affrontarlo, ma almeno una via è tracciata».

Domani sarà giornata di resoconti e tornano sindaci, ministri e parlamentari.

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