Dentro il terremoto

Mentre due colleghi stanno raggiungendo il paese più colpito, Amatrice, ed un altro è impegnato con la Protezione civile nelle operazioni di salvataggio, alcuni lettori ci scrivono le loro vicende
terremoto

Arrivano non pochi messaggi e whatsapp in redazione a seguito del terremoto attorno ad Amatrice e Norcia, tra le province di Rieti e Ascoli Piceno. C’è chi dice di avere estratto il nonno dalle macerie, sano e salvo per fortuna, chi di aver accompagnato un congiunto all’ospedale, chi di essere ancora nell’attesa, chi di essere sconvolto da quello che si è vissuto, chi ancora di cercare di aiutare, o perlomeno di star vicino ad amici e conoscenti che hanno subito danni e lutti. Sono messaggi che si manderebbero alla propria famiglia: in queste occasioni Città Nuova diventa in effetti quello che vorrebbe essere, una famiglia. Perciò ve ne diamo conto.

 

Da Visso: «Buon giorno, oggi la giornata è iniziata molto presto, alle 3,30, quando siamo stati scossi dal terremoto in modo molto violento. Con la mamma abbiamo passato il resto del tempo nel garage, adesso stiamo salendo di nuovo in cucina sperando che le scosse siano solo sciame sismico e non ci siano più scosse grosse come quelle di questa notte. Ci sono paesini completamente distrutti, persone morte sotto le macerie, un grande dolore da fare nostro. Noi stiamo bene e non abbiamo avuto danni a parte la nottataccia che ci ha tenute vigilanti e non dormienti e gli scossoni ci svegliano sempre dal torpore della vita. Preghiamo per quelli che hanno perso la vita o hanno perso tutto. Dico la verità, in questi momenti si risveglia il senso di famiglia e già da questa notte abbiamo ricevuto messaggi e telefonate da tante persone e questo scaccia il timore per far posto all’amore».

 

Da Rimini: «Ci siamo svegliati col sisma, lo abbiamo sentito due volte. Molta paura, alcuni sono scesi in strada. Questa mattina abbiamo visitato alcuni anziani che vivono vicino a noi per salutarli e rasserenarli. Qualcuno mi ha detto: “Oggi ho compreso il dramma degli immigrati: non accoglierli è un sacrilegio”».

 

Dall’Abruzzo: «Anche per noi risveglio forzato con salto dal letto. Immediata poi la ricognizione e subito l’appello a chiamare le persone della nostra famiglia… allargata, le persone sole. Ringraziando Dio mille volte, tutte stanno bene. Le notizie poi arrivano: amici in villeggiatura che non ce l’hanno fatta! È un dolore che dilata a dismisura il cuore. Insieme però tutto diventa un poco più sopportabile».

 

 

Intanto la Conferenza episcopale italiana fa sapere di aver stanziato 1 milione di euro dall’otto per mille e di aver indetto per il 18 settembre prossimo, in concomitanza con il 26° Congresso Eucaristico Nazionale,una colletta in tutte le chiese.

Le offerte raccolte dovranno essere inviate a Caritas Italiana, Via Aurelia 796 – 00165 Roma, utilizzando il conto corrente postale n. 347013 o mediante bonifico bancario su Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113specificando nella causale “Colletta terremoto centro Italia”.

Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:

– on line (sul sito www.caritas.it)

– Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474

– Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013

– UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119.

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