Dentro il bunker dell’animo umano

Trasposizione teatrale di "After the end" (“Dopo la fine") del visionario drammaturgo londinese Dennis Kelly (classe 1970), piéce scritta nel 2005 subito dopo gli attacchi terroristici di Londra
teatro

Due persone sono chiuse in un rifugio antiatomico dove dovranno restarci per molti giorni. Louise non ricorda nulla degli eventi che l'hanno portata in quel sotterraneo della casa di Mark. Sa, dal suo racconto, che l’amico l’ha salvata, portandola in braccia priva di sensi, da una spaventosa esplosione nucleare, forse un attentato terroristico, che ha provocato distruzione e morte anche dei loro amici e parenti. L’unico contatto con l’esterno è una radio che però non da nessun segno di ricezione. E una botola, dalla quale, ad un certo punto, la ragazza udrà dei rumori. Questo è lo scenario di “After the end" (“Dopo la fine") del visionario drammaturgo londinese Dennis Kelly (classe 1970), piéce scritta nel 2005 subito dopo gli attacchi terroristici di Londra. Definita “pungente black commedy”, e “dramma psicologico” (ma non ne ha il sufficiente scandaglio), ha somiglianze con “Il bicchiere della staffa” di Pinter, e rimandi, per quello spazio da sepolti vivi, da day-after, al “Finale di partita” di Beckett, ma non certamente la forza visionaria di questi due.

Man mano che veniamo coinvolti nella claustrofobica, surreale storia della giovane coppia, nei loro dialoghi dapprima concilianti poi sempre più esasperati, nelle azioni violente determinate dalla convivenza forzata, negli scambi di ruolo tra vittima e carnefice, ci viene il dubbio che potremmo trovarci dentro un incubo della donna, o nella fantasia malata dell’uomo (Louise solo verso la fine dubiterà dell’attacco e dell’esplosione, credendo siano invenzioni dell’amico paranoico). Si manifesteranno elementi che ci indurranno a crederlo. Dalla provvista di alimenti che Mark ha accumulato ossessivamente; all’appartamento, l’unico del palazzo col bunker, acquistato preventivamente; alle rivelazioni sulla loro amicizia (lei è la donna dei suoi sogni); alla costrizione al gioco di ruolo Dungeons and Dragons, tanto che, quando lei resiste, lui inizia a limitare il suo approvvigionamento di generi alimentari. Amore, odio, ricatti, umiliazioni, pulsioni, morbosità, e soprattutto la follia latente generata dall’abuso del potere dell’uomo sulla donna, la manipolazione psicologica, il disadattamento, gli aspetti più reconditi dell'uomo con le sue paure e fragilità, sono i temi che animano questa pièce. Ci dice qualcosa sulla condizione umana e la sua reazione alle avversità, ponendoci domande su quanto tutto questo possa trasformarci e renderciirriconoscibili a noi stessi. Fino a – ed è l’epilogo spiazzante e a sorpresa – non ricordare più chi siamo. Nell’intermittenza di buio e luce che regola le sequenze, scandite dalle musiche originali di Giulio Fassina eAlessandro Emmi, la regia asciutta del giovane Luca Ligato e la recitazione tesa e naturale dei due interpreti, Alessandro Lussiana eValeria Perdonò, assecondano, in un autentico tour de force, la scrittura incalzante e con qualche sprazzo di umorismo, impaginata dentro una scena – in realtà poco claustrofobica – con un pannello frontale di quadri grigi, e alcuni arredi e oggetti metallici. E quella botola immaginaria dalla quale lei potrebbe scappare. Ma che non apre. Perché la battaglia tra i due non è ancora conclusa.

 “After the end” di Dennis Kelly,con Alessandro Lussiana e Valeria Perdonò, regia Luca Ligato, scene Giovanna Angeli, costumi Carla Goddi, musiche originali Giulio Fassina e Alessandro Emmi, disegno luci Alessandro Tinelli. Produzione Alraune Teatro. Al teatro dell’Orologio di Roma nell'ambito della programmazione Let's get British”,  fino al 10/5; e al teatro Elfo Puccini di Milano, dal 19 al 27/5.

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