Dalla periferia di Hong Kong

Luigi Bonalumi

Anson è un giovane quasi trentenne, che ha ricevuto il battesimo quattro anni fa, prima che io arrivassi a Tai Po – una vasta parrocchia dei Nuovi Territori ai confini con la Cina continentale.

Abbandonato a due anni dalla madre, è cresciuto con i nonni materni che lo hanno accudito fino al termine degli studi; in seguito, iniziando a  lavorare è andato a vivere con il padre, un dirigente della polizia locale. La sua formazione alla vita è stata, a detta di lui, libera come quella degli uccelli del cielo e selvatica come i fiori di campo.

Anson è un ottimo organizzatore e ben presto nel suo lavoro – operatore turistico – ottiene buoni risultati, diventando responsabile dei tour in Asia di una famosa agenzia turistica internazionale. Tutto sembrerebbe andare a gonfie vele; viaggi spesati nei migliori alberghi e resort asiatici, un ottimo trattamento economico, possibilità di contatti e amicizie nuove, ecc., quando all’improvviso viene a mancare il padre. È al funerale – fatto con il rito cattolico – che Anson scopre che il padre era cristiano; questo fatto è all’inizio del suo cammino di fede. S’iscrive al catecumenato e progressivamente scopre e conosce Dio Amore. Quando riceve il battesimo, una gioia e una pace mai provati prima gli riempiono il cuore per lungo tempo.

Dopo il battesimo Anson ha continuato a frequentare il catecumenato come aiutante dei catechisti, prestandosi ai molti servizi di supporto che una classe richiede, come riordino delle aule, preparazione e distribuzione del materiale catechetico, attenzione alle piccole necessità dei singoli catecumeni, ecc. È qui che l’ho conosciuto e apprezzato per la sua riservatezza e disponibilità. Conoscendolo meglio gli propongo di frequentare i corsi diocesani di teologia per laici, in vista di diventare catechista e in futuro assumere la responsabilità di una classe di catecumeni; accetta con entusiasmo la proposta, che tra l’altro veniva incontro al suo desiderio di andare in profondità nel suo rapporto con Dio.

Poco più di un anno fa, Anson si licenzia e prende tempo per riflettere. Libero dal lavoro, partecipa tutte le mattine alla messa delle 7:00, fermandosi poi a pregare a lungo. Mi dice che vuol rivedere tutto quanto gli è accaduto in questi ultimi anni e capire cosa Dio vuole da lui.  Io gli suggerisco alcuni testi biblici su cui pregare e riflettere… per il resto lo affido allo Spirito Santo. Passano alcune settimane, infine mi confida il suo desiderio di consacrarsi a Dio.

È passato un anno da quando Anson mi ha comunicato questo suo desiderio di darsi tutto a Dio. Nel frattempo ha trovato lavoro come animatore pastorale in una scuola cattolica; è un lavoro poco retribuito, ma che lo entusiasma perché ha la possibilità di evangelizzare le centinaia di studenti e insegnanti non cristiani che incontra quotidianamente nella scuola.
 Ha anche preso contatto con i superiori del seminario diocesano e, lo scorso 26 dicembre, ha avuto un primo incontro di conoscenza, in vista dell’ammissione al cammino formativo della diocesi.

Ripensando alla sua storia, e al cammino fatto in questi anni, Anson più che a un selvatico fiore di campo, mi pare assomigli sempre più al fiore di loto, che nasce e fiorisce nelle paludi.  

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