Dal mistero 777 al Waziristan in fiamme

7 giorni, 7 notizie poco conosciute: il Sudan libera un leader, poveri GB, arresti a Tripoli, zone tribali pakistane contese, sospetti sul pilota dell’aereo malese scomparso, gli aborigeni contro le scorie nucleari, alluvioni in Bulgaria
aborigeni

Mercoledì 18 giugno: leader sudanese liberato

Sadek al Mahdi, già primo ministro e attuale leader dell’opposizione riunita nel partito Umma, è stato rimesso a piede libero dopo un mese di detenzione. L’accusa: aveva denunciato stupri e furti da parte dell’esercito perpetrati nella martoriata regione del Darfur. Nemico giurato del presidente Omar Hassan el Bashir, che lo scalzò dal potere nel lontano 1989, al Mahdi è riuscito, grazie alla protesta unanime del suo partito, ad essere processato per accuse passibili anche della pena di morte.

Giovedì 19 giugno: un povero su tre in GB

Statistiche inquietanti escono da una ricerca approfondita svolta dall’Università di Bristol. Nella civilissima Gran Bretagna, un suddito di sua maestà su tre vige in stato di povertà e mezzo milione di bambini non riceverebbero un’alimentazione adeguata. Coloro che non godono di un alloggio decente sono ben 18 milioni di persone. Se pensiamo che nel 1983 i poveri erano il 14 per cento, mentre oggi sono il 33 per cento, si può intuire la portata del disastro sociale e civile delle riforme degli ultimi anni.

Venerdì 20 giugno: arresto a Tripoli

Grave tensione diplomatica tra Tripoli e Washington, per il muscolo arresto di Ahmed Abu Khattala, un leader fondamentalista accusato dagli statunitensi di essere la mente dell’attentato che colpì nel 2012 il consolato Usa, portando all’uccisione dell’ambasciatore Chris Stevens e di quattro funzionari della sede diplomatica. Il fatto è che l’arresto è stato fatto da agenti statunitensi e che l’arrestato attualmente non è più in territorio libico. Ovviamente la Libia accusa gli Stati Uniti di «violazione della sovranità libica», mentre gli Usa replicano che il fondamentalista stava pianificando altri attentati contro persone in possesso di passaporto Usa.

Sabato 21 giugno: Waziristan conteso

Non è uno Stato indipendente, il Waziristan, ma nei fatti è una cosiddetta “zona tribale” tra Afghanistan e Pakistan che gode di una sua autonomia totale, visto che nemmeno l’esercito pakistano per lungi anni ha osato metterci piede. È in mano ai talebani. Da qualche mese, però, i soldati di Islamabad hanno cominciato a minacciare delle postazioni talebane nel Nord del piccolo territorio del Waziristan, con la conseguenza che circa 180 mila persone stanno fuggendo dagli scontri scatenatisi nella regione. Il tentativo di dialogo tra taleebani e Islamabad sembra entrato di nuovo in una posizione di stallo.

Domenica 22 giugno: si nuovo il 777 malese

Si torna a parlare del Boeing 777 scomparso con 239 persone a bordo tre mesi fa, e mai più ritrovato dopo una serie lunga e inquietante di falsi allarmi. Ora sembra che l’attenzione si sia concentrata sul pilota, che negli ultimi tempi aveva manifestato sintomi di gravi squilibri psichici e depressivi. Nel suo simulatore di volo sono state trovate dopo più di due mesi di analisi le tracce delle sue “esercitazioni” di atterraggio in isolette sperdute dell’Oceano Indiano che il pilota aveva provveduto a cancellare dalla memoria del computer ma che qualche traccia la lasciano sempre. Ora ripartono perciò le ricerche.

Lunedì 23 giugno: vittoria degli aborigeni

L’Australia da alcuni decenni sta facendo i conti con la memoria collettiva da tempo rimossa, quella dello sterminio e dell’emarginazione degli aborigeni. Così i tribunali sono sempre più sensibili alle recriminazioni degli eredi degli antichi abitanti del loro Paese-continente. È di oggi la notizia della vittoria degli aborigeni che non volevano un sito per lo stoccaggio delle scorie nucleari a Muckaty Station, nel Nord, in pieno territorio aborigeno. Una storia che si conclude dopo nove anni. La vicenda, tra l’altro, ha creato tensioni gravi all’interno stesso della comunità aborigena.

Martedì 24 giugno: alluvioni in Bulgaria

Non fanno quasi più notizia le alluvioni e le calamità naturali che colpiscono anche zone assai vicine alla nostra Italia. Ad esempio, nei giorni scorsi sulla Bulgaria Nord-Est delle piogge torrenziali si sono abbattute con forza inusitata, causando tra l’altro la perdita di 13 vite umane a Dobrich e Varna. Centinaia di case sono state evacuate, e così migliaia di capi di bestiame. Il raccolto del grano piantato sarà decurtato di un quarto per i danni ai campi. I danni sembra che ammonteranno a un centinaio di milioni di dollari.

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