Da qui non si parte più per la Francia!

La visita del ministro Alfano a Ventimiglia per evitare che si ripeta la situazione dell’anno scorso con i migranti ammassati sul confine. Le misure proposte, però, non convincono i cittadini
Alfano a Ventimiglia

«Sono dell'idea che questo centro vada chiuso. Era stato aperto per una situazione di emergenza che ora non c'è più e quindi non ci sono ragioni per proseguire nella sua permanenza». Sabato scorso a Ventimiglia è arrivato in visita “di lavoro” il Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Erano state le autorità locali, Sindaco in testa, a domandare aiuto alle istituzioni, perché in vista della nuova stagione estiva non si ripetesse quanto accaduto lo scorso anno con immigrati fermi al confine e altri ammassati nel centro di accoglienza allestito a ridosso della stazione in pieno centro.

 

Per alcuni mesi la città era stata presa d’assedio da persone che cercavano solamente di attraversare il confine per raggiungere l’Europa del nord, ma i controlli e i successivi respingimenti avevano rallentato prima, e impedito poi, che ciò avvenisse. Caritas, Croce Rossa e associazioni, con i cittadini, si erano adoperati per rendere meno pesante la situazione, fornendo cibo, materassi e assistenza di ogni genere.

 

Ma ora il Ministro fa sapere che non sarà più così. La stagione estiva alla porte non ripeterà quanto accaduto. Di garanzie, però, Alfano ne ha date ben poche. «Vengo qui per risolvere le cose, abbiamo un piano concreto. Siamo qui per dire che abbiamo inviato 60 poliziotti e 60 uomini dell’Esercito e vogliamo rafforzare la Questura del luogo». Rafforzare la questura con 120 uomini in più, significa molto e al tempo stesso nulla. E poi aggiunge che «i migranti che stazionano dobbiamo allontanarli da qui. Sono qui per prendere conoscenza diretta dei luoghi e per un rapporto con gli amministratori. La tratta ferroviaria va controllata, i migranti devono capire che da qui non si parte più per la Francia. Se lo capiscono con le buone meglio, ma bisogna fare in modo che ci siano più controlli in modo da fare capire che da qui non si parte più».

 

Secondo il Viminale è sufficiente rafforzare questura e ufficio di frontiera per consentire più agevolmente le identificazioni. Dopo di che i migranti vanno mandati via realizzando «immediatamente un piano di allontanamento». Ma non tutti sono proprio sicuri che chiudere il centro di accoglienza ed effettuare più controlli sui treni sia la soluzione che chiude un capitolo di questa vicenda.

 

«Da tempo – afferma il governatore della Regione Liguria Toti – sosteniamo che il nostro è un territorio particolare, che vive di turismo. Ventimiglia è la porta di ingresso alla nostra regione e chiediamo risposte concrete dal Governo per il disagio che la nostra regione sta vivendo e ha vissuto. Il punto non è se i migranti stanno qui, nel centro di Ventimiglia o sulla spiaggia. La vera questione è trovare soluzioni ai temi dell’immigrazione. Ventimiglia infatti è uno dei simboli di un malessere complessivo e di uno Stato moderno e ricco che non riesce però a dare risposte compatibili con le esigenze dei cittadini».

 

I cittadini che hanno assistito alla visita del Ministro commentano quanto detto dal rappresentante del Governo. «Certo, chiudere il centro di accoglienza può essere utile – interviene Roberto –, ma se i cittadini che fuggono dai loro paesi non sono fermati e identificati prima che arrivino qui la situazione non cambia di nulla rispetto a prima. Troveranno in città 120 uomini delle forze dell’ordine in più, e poi? Dovranno sostare, avranno bisogno di cibo, di un posto dove alloggiare».

 

«Se chiude il centro sarà peggio. Vagheranno bivaccando nelle strutture pubbliche ancora come lo scorso anno con penose scene di degrado. “Controllare a monte” significa spostare il confine già prima, impedire la libertà di movimento alle persone già all’interno del territorio italiano –si domanda Alessia –? Bloccare, confinare, limitare la libertà di muoversi di migliaia di persone. La soluzione per risolvere il problema è “a monte”, sennò qui non cambia assolutamente nulla rispetto allo scorso anno».

 

Il sito del presidio permanente No Borders ospita una battuta anche del sindaco della città Ioculano «Hai voglia a dire che ci vuole un’Europa senza muri, senza recinzioni. Sì, ma solo per i bianchi. Si deve prendere posizione. Contro un sistema di leggi ingiuste bisogna intervenire, non criminalizzare chi viaggia, non detenere le persone. Libertà di movimento per tutte e tutti».

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