Contro zecche, pulci e zanzare

Come proteggere i nostri animali domestici, e noi stessi, dall'attacco dei parassiti, che oltre a provocare insopportabili pruriti, possono anche trasmettere pericolose malattie
Cane

La primavera è arrivata e con essa anche pulci, zecche e zanzare. Questi fastidiosi parassiti sono pericolosi per la salute dei nostri beniamini e dell’uomo stesso, motivo per cui è bene evitare che infestino animali ed ambienti a noi molto prossimi. Con le giuste condizioni di temperatura ed umidità (in primavera) i parassiti silenti si risvegliano e vanno in cerca di un ospite gradito (animale) o meno gradito (uomo).

Le pulci sono piccoli parassiti (1-2 mm) capaci di sopravvivere nell’ambiente, sotto forma di uova e larve, annidate sotto tappeti o nelle fughe del pavimento, anche per 6 mesi. Una volta trovato l’ospite (cane, gatto, coniglio, furetto, ma anche uomo) la pulce si ciba del suo sangue. A questo punto il parassita può trasmettere malattie (Tenia e Bartonella), sensibilizzare l’ospite agli allergeni presenti nella sua saliva (dermatite allergica) o indurre anemia in caso d’infestazione grave. Date le piccole dimensioni della pulce spesso ci si accorge della sua presenza in modo indiretto: osservando cioè il prurito, i peli spezzati dal grattamento, l’alopecia presente soprattutto sul dorso in prossimità della coda ed i residui del pasto di sangue sulla pelle (simili a fondi di caffè).

Le zecche sono parassiti dalle dimensioni variabili (da qualche millimetro a più di un centimetro: femmine piene di sangue). Possono attaccare un animale (cane, gatto o anche l'uomo) durante una passeggiata in campagna o in un parco cittadino. Una volta salita sul suo ospite la zecca si “aggancia” alla cute mediante l’apparato buccale e solidarizza tale legame con una sostanza cementante. Così adesa all’ospite la zecca può cominciare il suo pasto fatto di un’alternanza di suzione di sangue e di secrezione salivare. Anche la saliva di tale parassita è responsabile della trasmissione di diversi agenti patogeni e quindi di svariate malattie (malattia di Lyme, Ehrlichiosi, Babesiosi). Tale rischio è ridotto nelle prime 48 ore si eleva notevolmente dopo 72 ore, motivo per cui è importante scegliere antiparassitari rapidamente efficaci. Anche per le zecche in caso di infestazione grave è possibile osservare anemia.

Le zanzare e i flebotomi sono piccoli insetti, temporaneamente ematofagi (che si nutrono di sangue, ndr), la cui puntura può passare inosservata se non fosse per il prurito indotto dalla dermatite causata dall’ipersensibilità alla saliva. Sono particolarmente attivi all’alba e al crepuscolo e gli animali (cane, gatto, coniglio e uomo) che vivono all’aperto sono più esposti. Sono responsabili della trasmissione di malattie come la dirofilariosi cardiopolmonare e la filariosi cutanea (nel caso delle zanzare) e della Leishmaniosi (nel caso dei flebotomi), malattie trasmissibili anche all’uomo.

Per combattere tali parassiti esterni in commercio esistono diversi presidi e diverse formulazioni (collari, spot on, spray etc.) tuttavia la scelta più giusta può spesso risultare difficile poiché col tempo i parassiti maturano una certa resistenza nei loro confronti, rendendoli inefficaci. Sarebbe, quindi, opportuno affidarsi sempre ad antiparassitari di nuova formulazione la cui azione sia molto rapida (entro 24-48 ore) o alternare i vari principi. È possibile, inoltre associare diversi prodotti per assicurare la copertura antiparassitaria verso la maggior parte dei parassiti.

Bisogna, però, fare molta attenzione perché tutti i principi attivi contenuti negli antiparassitari sono tossici e sovradosaggi o applicazioni su specie animali intolleranti potrebbero causare gravi problemi di intossicazione (il gatto è sensibile alla permetrina che va assolutamente evitata, il coniglio al fipronil e a prodotti a base di organofosfati). Per lo stesso motivo è consigliabile evitare che l’animale si lecchi quando un antiparassitario è stato appena applicato ed il pelo non si sia completamente asciugato.

Quando un animale è infestato dalle zecche sarebbe opportuno asportarle. La tecnica prevede lo “svitamento” (rotazione antioraria) del parassita, in tal modo la presa dello stesso si allenta e sarà possibile asportarlo. L’apparato buccale, infatti, è così tenacemente vincolato alla cute dell’ospite che la semplice trazione potrebbe rompere il corpo e lasciare in sito la testa piena di uova. Se in casa abbiamo un animale è più difficile che zecche e pulci attacchino l’uomo, tuttavia se anche una zecca dovesse pungerci non bisogna allarmarsi, potrebbe essere non infetta e quindi non procurare conseguenze o indurre una malattia trattabile con antibiotici, con remissione completa della stessa.

Vista l’importanza delle malattie, anche per la salute umana, per filariosi e leishmaniosi faremo un discorso a parte.

(A cura della dott.ssa Letizia D'Avino – Centro medico veterinario "Zoe", via Aldo Moro 75, Somma Vesuviana, Napoli)

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