Il contrasto alla povertà energetica da Padova a Bruxelles

Il progetto transnazionale EmpowerMed ha visto Padova come città pilota per l’Italia. Un'iniziativa per sensibilizzare e aiutare le persone fragili, donne e anziani in particolare, a far fronte alla povertà energetica che nel nostro Paese riguarda l’8,5 per cento delle famiglie

Venticinque proposte politiche e di buone pratiche per il contrasto alla povertà energetica presentate al Parlamento Europeo da 7 paesi tra i quali l’Italia, con Padova città pilota a livello nazionale (attraverso SOGESCA, la società di ingegneria per lo sviluppo sostenibile con sede a Rubano che guida il progetto per l’Italia): è questo il progetto EmpowerMed, finanziato grazie al programma quadriennale (2019-2023) Horizon2020 della Commissione Europea, che vede coinvolti Italia, Francia, Spagna, Slovenia, Croazia, Germania, Albania. L’obiettivo principale contrastare la povertà energetica e sensibilizzare su questo argomento, con particolare attenzione agli aspetti relativi alla salute e al ruolo delle donne: ancora oggi infatti le donne trascorrono più tempo in casa, e quindi subiscono maggiormente eventuali situazioni di inadeguatezza degli ambienti domestici sotto questo profilo.

Un fenomeno che a livello europeo viene studiato dal 2017 grazie alle statistiche prodotte dall’European Energy Poverty Observatory e in Italia dall’OIPE, l’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica, una rete di ricercatori ospitata dall’Università di Padova. L’OIPE stima che, alla fine del 2021, la povertà energetica nel nostro paese riguardi 2,2 milioni di famiglie, l’8,5 per cento delle famiglie italiane. In particolare, le famiglie con minori in povertà energetica erano il 9,3 per cento del totale delle famiglie con bambini: si tratta di circa 583 mila famiglie e di 950 mila minori che risiedono in ambienti poco salubri, scarsamente riscaldati o raffrescati, oppure poco illuminati. L’incidenza dei minori in povertà energetica è poi particolarmente rilevante per le famiglie in cui la persona di riferimento non ha cittadinanza italiana: sempre nel 2021, l’incidenza della povertà energetica nelle famiglie con minori era 2,5 volte più alta nelle famiglie straniere. Non solo: l’incidenza delle famiglie con minori e straniere in povertà energetica è oltre quattro volte nel Mezzogiorno.

Le azioni proposte sono state sviluppate attraverso SOGESCA in rete con numerose associazioni, con le istituzioni e le utilities dei servizi energetici. Ad essere coinvolti sono stai in particolare gli anziani sopra i 75 anni, i genitori single con figli a carico e i percettori di sussidi comunali per il pagamento delle bollette. «L’azione svolta in Italia, a Padova in particolare – spiegano Laura Bano e Rose Ortolani di SOGESCA – sono state visite nelle abitazioni di queste persone, dove abbiamo spiegato come gestire al meglio i consumi di energia e di acqua e dove abbiamo installato dei semplici dispositivi per il risparmio, abbiamo formato le associazioni sulla gestione dell’energia e dell’acqua, abbiamo realizzato assemblee collettive per dialogare con i cittadini e aiutarli a difendersi dal marketing aggressivo e scegliere il giusto contratto energetico. E ancora abbiamo tenuto workshop tematici su soluzioni semplici per il risparmio energetico, sugli incentivi economici esistenti, il miglioramento del comfort abitativo e sugli aspetti relativi alla salute e colloquiato con i politici e le istituzioni dando loro raccomandazioni sul contrasto alla povertà energetica a livello europeo. I risultati raggiunti sono importanti, soprattutto per le famiglie in povertà energetica; così come lo è la creazione di una rete tra parti tecniche, sociali e cittadini che durerà nel tempo e che si potrà replicare altrove in Italia e in Europa».

Nelle 6 città pilota coinvolte (Padova per l’Italia, Barcellona per la Spagna, Marsiglia per la Francia, Valona per l’Albania, Zara per la Croazia, la Regione Primorska per la Slovenia) sono state 10.200 le persone informate, 6,5 i GWh/anno e 1600 le tonnellate di CO2 risparmiati grazie ai gadget donati alle famiglie e alle buone pratiche insegnate, 160.000 gli euro investiti in fonti energetiche rinnovabili e 780.000 quelli risparmiati in virtù dei minori consumi e maggiore efficienza, 50 le persone in situazione di povertà energetica che hanno beneficiato della cancellazione del debito sui pagamenti delle bollette e della fornitura energetica anche in situazione di morosità nei pagamenti, e oltre 1000 i portatori di interesse coinvolti, dalle associazioni alle utilities. Inoltre, almeno il 60 per cento dei partecipanti alle attività di ciascun progetto sono state donne. A Padova nello specifico son state realizzate 14 assemblee collettive (presenti 314 persone di cui 258 donne), 118 visite a domicilio (presenti 61 donne), 8 workshop (presenti 102 persone di cui 61 donne). Le raccomandazioni sono state focalizzate in particolare su tre tematiche: la povertà energetica e le politiche di genere, la povertà energetica nei mesi estivi, le ripercussioni sulla salute fisica e mentale della povertà energetica. 

«Vogliamo replicare la nostra metodologia che incrocia il mondo tecnico-scientifico con quello del sociale in altre città e stiamo già lavorando alla prossima proposta progettuale – confermano Laura Bano e Rose Ortolani project manager di SOGESCA, – . Siamo convinte che mettere insieme le nostre conoscenze con la struttura del sociale porti a risultati importanti che rimangano nel territorio e che possano contribuire a contrastare la povertà energetica e l’isolamento. Se, come ha detto l’assessora al sociale del Comune di Padova Margherita Colonnello, “non è accettabile lasciare le persone, specialmente quelle più anziane, senza “un buon vicino”, senza un onesto consiglio, senza le giuste informazioni ai servizi del loro rione” noi aggiungiamo che non le si può lasciare nemmeno in condizione di povertà energetica».

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