Considerazioni sul pluralismo

Il genio dell’Europa, si dice, è la conciliazione profonda dell’uno e dei molti. È un’unità plurale, una pluralità unitaria. Su tale considerazione l’autore riflette muovendosi in un’area di pensiero dichiaratamente cristiana per la convinzione di fondo che nel Cristo Gesù la storia ha compiuto una svolta radicale, e l’uomo (e il mondo in lui) ha raggiunto “inizialmente” una sua attuazione che lo fa “radicalmente” diverso da quello che era prima del Cristo. In tale prospettiva il riferimento al pluralismo è visto come fatto

solo cristiano perché realmente umano. È giusto dunque ricercare il pluralismo nell’uomo in quanto tale, e trovarlo nel suo ethos e nel suo pensare; ma esso emerge chiaramente nell’evento cristiano, e va compreso più in chiave di futuro (o, meglio, d’essere) che di presente o di passato. Il pluralismo c’è sempre stato: ma il pluralismo è apparso – è stato manifestato – con il Cristo e se ne deve ricercare l’attuazione nel compimento dell’uomo in Cristo pena la caduta in una disumanità senza precedenti.

 

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