Concerto di Natale

Mozart, Corelli e Brahms gli autori scelti dall’Orchestra sinfonica romana per una festa, che anche nella musica, mescola velata tristezza a palpiti di gioia leggera
Orchestra sinfonica Roma

A Roma all’Auditorium Conciliazione ieri l’Orchestra sinfonica romana ha eseguito il Concerto di Natale (replica oggi alle 20.30). Nella prima parte, gli orchestrali senza direttore hanno riproposto Mozart e Corelli, in due brani assai popolari: Eine kleine Nachtmusik (“Un po’ di serenata”) di Amadeus, pezzo imbarbarito ormai dalle più viete esecuzioni e come suoneria dei cellulari – a riprova del cattivo gusto mediatico. La Serenata, invece è una musica gioiosa, fresca, appena velata da quella malinconia che dura un attimo e che a Mozart, a trentuno anni, era congeniale, visto che la compose mentre stava scrivendo la tragicommedia del Don Giovanni.

 

Poi, l’orchestra ha suonato il Concerto grosso n. 8 “per la notte di Natale” di Corelli: brano poetico, celebre per l’ultimo tempo “pastorale”, che è una nenia cullante dove è facile immaginare la grotta natalizia e l’atmosfera incantata. Bisogna dire che in entrambi i pezzi l’orchestra se l’è cavata bene.

 

Francesco La Vecchia ha infine diretto, con grande fuoco, la Sinfonia n. 2 di Brahms, uno dei brani più belli della musica classica. La sinfonia è grandiosa, velata di tristezza, con melodie appassionate e palpiti di gioia leggera. Musica difficile da eseguire bene, richiede la massima concentrazione da parte dell’orchestra: armonia fra le sezioni, velluto dagli archi, dolcezze dai legni, pastosità dagli ottoni.   A risentirla, ogni volta, ci si sente capiti da quell’anima grande che è Brahms.

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