Con i giovani tra i senza fissa dimora di Milano

Una notte per strada per incontrare, parlare e intervistare chi vive a ridosso della stazione milanese. Tanti i giovani e le persone con problemi di droga o di alcol
barboni a milano

Circa 900 volontari hanno partecipato nei giorni scorsi all’operazione "racContami", realizzata da Università Bocconi, Fondazione Rodolfo Debenedetti e dal Comune di Milano per contare i senza fissa dimora presenti in città. Le persone censite sono 2.616: di questi oltre l’80 per cento passa la notte nei dormitori.

«Il risultato del censimento non è per noi una sorpresa e conferma i dati che abbiamo rilevato nei mesi scorsi attraverso le numerose azioni del nostro Piano», afferma l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. «Nelle settimane più fredde abbiamo accolto nei nostri ricoveri fino a 2.520 persone ogni notte. Complessivamente da novembre a fine marzo abbiamo ospitato 3.672 persone, 1.625 in più rispetto all’anno scorso».

A questo censimento che si è svolto nella notte dell’11 marzo, dalle 19 di sera alle 2 del mattino, hanno partecipato anche Alessandro, Carlo, Marco, Gabriele, Lorenzo, Marcos, Matteo, Luca e Lorenzo, un gruppo di giovani vicini al Movimento dei Focolari di Milano. A esperienza conclusa ci raccontano, oltre all’esperienza fatta, com’è nato in loro il desiderio di partecipare a questa iniziativa. «Da un po’ di tempo sentivamo il bisogno di uscire fuori dalle mura di casa. Così in alcuni è emerso il desiderio di spenderci per l’altro, in particolare per gli ultimi della società, che non sono dei “relitti”, ma persone con la loro dignità, la loro storia intrisa di gioie e dolori, che va conosciuta, approfondita e soprattutto rispettata. L’Occasione per metterci in gioco è arrivata subito: partecipare a “racContami”».

L’obiettivo di quest’iniziativa era avere un numero più o meno esatto dei senza tetto presenti a Milano e fornire una fotografia attendibile del fenomeno e delle dinamiche che conducono alla marginalità e alla povertà estrema. «Il nostro obiettivo- aggiungono i ragazzi – era di metterci in gioco, essere d’aiuto a queste persone e soprattutto volerle bene senza pregiudizi, scetticismi iniziali e timori. Così ci siamo messi all’opera e abbiamo coinvolto alcune famiglie del Movimento alle quali abbiamo chiesto in prestito dei thermos, per servire almeno un bicchiere di thè caldo. Coi thermos sono arrivate anche tantissime brioches».

Per partecipare al censimento, dopo la registrazione online, i ragazzi hanno anche partecipato ad un momento di formazione, svolto all'Università Bocconi, e poi si sono messi al lavoro in zona Duomo e nella stazione di Milano Lambrate.

«Abbiamo incontrato e conosciuto non solo persone straniere, ma anche tantissimi italiani che vivono per strada, di età anche particolarmente giovane.Gente con profondi valori, ricca di umiltà, semplicità e soprattutto dignità. Abbiamo trovato – aggiungono – “persone normali” e questa è stata la vera sorpresa per noi. Qualcuno ha esternato i suoi problemi e le cause del loro vivere per strada: la perdita del lavoro o della famiglia per la separazione con le rispettive moglie, ma anche dipendenze da alcol o droga. Nascosti dietro i sacchi a pelo e ad un mare di problemi c'erano però delle persone. Con loro abbiamo cercato di creare un rapporto durante l'intervista. Il questionario era molto lungo e a volte c'erano domande un pò inappropriate. Però grazie a quelle abbiamo avuto la possibilità di capire meglio la condizione in cui i senza tetto vivono. Siamo, per esempio, riusciti a chiedere ad uno: '”Quanti anni ti aspetti di vivere ancora?” e ricevuto una risposta in cui diceva che sperava di non svegliarsi la mattina dopo. Da lì in poi, in quell'intervista, abbiamo cercato di accogliere dentro di noi il suo dolore, sedendoci di fianco a lui, continuando ad ascoltarlo e a parlare, nonostante i posti fossero piuttosto sporchi, bui e maleodoranti».

Un altro momento significativo c'è stato quando, aggiungono, «offrendo un bicchiere di thè ad un ragazzo dello Sri Lanka, lui ci ha raccontato dei problemi di droga, di cui inizialmente non aveva parlato. Si è fidato, non si è sentito giudicato ed ha messo in comune con noi un problema che ha avuto o che ha ancora». Cosa vi resta ora, dopo questa serata particolare vissuta con queste persone? «Ci sembra di aver sperimentato e messo in pratica quello che papa Francesco aveva detto durante la celebrazione di inizio del pontificato: “Il vero potere è il servizio, non dobbiamo avere paura della bontà e neanche della tenerezza”».

 

SCHEDA

Caratteristiche dei senzatetto del territorio milanese: sono in larga prevalenza di uomini (il 91 per cento di quelli che dormono in strada, l’86 per cento di quelli che scelgono i dormitori). Dal punto di vista anagrafico invece la fascia d’età più rappresentata è quella tra i 44 e i 60 anni (30 per cento), seguita da quella 25-34 (25 per cento) e da quella 35-44 (21 per cento). Gli stranieri costituiscono l’83 per cento di quanti passano la notte all’addiaccio e il 77% di quelli che scelgono invece un dormitorio.

 

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