«Mio figlio è davvero ingestibile. Nè io nè mio marito riusciamo a capire come fargli rispettare le regole!!»; «È un bambino scalmanato che non accetta quando gli vengono detti dei no e ci sta facendo impazzire».
Queste ed altre richieste di aiuto arrivano spesso all’interno della stanza di terapia. Genitori esausti, affranti e privi di energie si trovano in balìa di bambini che, in alcune occasioni, diventano dei veri e propri tiranni che dettano le regole della casa.
Come fare allora a riprendere il controllo? Come agire su quei comportamenti che sia a casa che fuori ci appaiono tremendamente inadeguati e su cui vorremmo come genitori essere maggiormente seguiti?
Sicuramente prima di cercare di modificare il comportamento di un bambino è necessario che chi si occupa di lui faccia un’attenta riflessione sul proprio stile genitoriale. «Cosa penso io come genitore delle regole?»; «Come ho vissuto le regole che mi venivano date da bambino?»; «In che misura sono allineato con il mio compagno su quali siano le cose importanti da trasmettere ai figli?». Queste ed altre riflessioni in merito possono essere fondamentali nell’ottica di trovare una strada comune da seguire e nel non farci condizionare inconsapevolmente da esperienze passate.
Un genitore, ad esempio, durante un colloquio mise a fuoco che lui, per primo, non amava le regole perché nella sua infanzia le aveva vissute come limitanti ed eccessive. Fu di centrale importanza questa consapevolezza perché da lì si poté partire alla ricerca di quelle regole che invece, lui stesso avrebbe potuto proporre ai suoi figli, perché regole ritenute necessarie per lo sviluppo armonico di un bambino e non limitanti della propria autenticità.
Secondo passaggio importante è capire che cosa si sente prioritario modificare. È fondamentale, infatti, cominciare da poche regole chiare e condivise tra i genitori. Non è plausibile cercare di modificare tutto e subito, bisogna piuttosto intraprendere un lavoro costante e quotidiano soprattutto partendo da quelle regole che ci sembrano più urgenti.
Se, ad esempio, il bambino fa difficoltà a camminare per strada dando la mano all’adulto, questo può essere un qualcosa su cui può diventare importante agire subito per proteggere l’incolumità del bambino stesso. Se, invece ad esempio, il bambino non sta composto a tavola come si vorrebbe, questo può essere un qualcosa su cui nell’immediato si può soprassedere. È importante quindi dare una gerarchia alle regole che si vuole introdurre, lavorando su piccoli aspetti per volta ed evitando di sottoporre sé stessi ed i bambini a stress reiterati e costanti.
Altro aspetto importante è quello che riguarda il modificare i comandi che si danno ai propri figli. È necessario a tal proposito seguire alcune semplici regole:
- Essere diretti e sicuri nel dare un’indicazione. Prediligere, ad esempio, assolutamente frasi del tipo “dammi la mano quando camminiamo per strada” piuttosto che frasi “mi dai la mano?”; “mi vuoi dare la mano dai?” e così via. Questo aumenta la probabilità che il bambino faccia quello che noi gli chiediamo.
- Dare indicazioni in positivo come “fai silenzio” può essere più utile del dire “non parlare”, oppure “cammina piano” piuttosto che “non correre” e così via.
- Essere specifici nelle richieste. Dire ad esempio ad un bambino “quando andiamo al ristorante fai il bravo”, può essere un qualcosa di estremamente astratto che il bambino può far fatica a comprendere e a mettere in pratica. Dire piuttosto frasi del tipo “quando andiamo al ristorante vorrei che restassi seduto e mangiassi con le posate”.
- Dare un comando alla volta.
- Evitare di accompagnare le richieste da eccessive spiegazioni che possono solo rischiare di farci apparire meno decisi in quello che stiamo dicendo.
Può essere importante, inoltre, prediligere premi e frasi positive di incoraggiamento quando il bambino si avvicina al comportamento desiderato piuttosto che sgridarlo o punirlo quando fa qualcosa di sbagliato. Anche in questo caso, infatti, si è visto che tutto quello che viene attuato in positivo ha più possibilità di far emettere quel comportamento in maniera più frequente e costante.
È fondamentale, inoltre, creare intorno al bambino, soprattutto quando ci sono difficoltà comportamentali ma anche in tutti gli altri casi, un ambiente prevedibile. È importante, ad esempio, che se si decide di far rispettare una regola poi si punti a farla rispettare sempre. Al massimo si può esplicitare quando si vuole fare un’eccezione e non in seguito alla richiesta inadeguata di un bambino.
Se, ad esempio, il bambino urla perché vuole mangiare sul divano davanti alla tv bisogna fare attenzione a non assecondarlo in quel momento perché il rischio è che comprenda che urlando otterrà quello che vuole e quindi magari la volta successiva urlerà ancora di più. Se un giorno invece la richiesta viene effettuata in maniera adeguata, oppure è il genitore stesso che decide che in quella particolare situazione si può fare uno strappo alla regola la cosa sarà ben diversa.
È fondamentale da una parte non diventare rigidi nel nostro agire quotidiano, dall’altra però trasmettere ai figli che sono i genitori a dare una linea da seguire in cui il bambino può meglio orientarsi e meglio crescere.
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