Come aiutare il cucciolo se non ha più la madre?

In questo caso, bisogna nutrire il cagnolino (o il gattino) e aiutarlo, insegnandogli ad adattarsi all'ambiente circostante. Ma come riconoscere quanti giorni, o settimane, ha il nostro beniamino? Un approfondimento
Cuccioli di cane

Nel precedente articolo abbiamo visto di quante cure ha bisogno un cucciolo appena nato e che una mamma solerte è capace di soddisfarle tutte, mentre a noi spetta da fare ben poco. Viceversa, se la mamma non c’è ed il cucciolo è appena nato il nostro ruolo diventa fondamentale per la sua sopravvivenza. E noi vivremo un’esperienza gratificante, ma anche molto impegnativa, che richiederà tempo, pazienza e molte cure.

A seconda dell’età del piccolo le esigenze saranno diverse. Se c’è ancora il cordone ombelicale il cucciolo ha 1-3 giorni di vita e dipenderà in tutto da noi. Se non ha ancora aperti gli occhi ha meno di 7-10 giorni e anche in questo caso le sue esigenze saranno alte ed imperative. Se gli occhi sono aperti, sono già spuntati gli incisivi ed è cominciata l’eruzione dei canini siamo a circa 2 settimane di vita ed il piccolo andrà ancora alimentato con il biberon. Se mangia da solo ed è in grado di capire la fonte di un suono ha più di 4 settimane. In questo caso possiamo rilassarci perché l’animale va seguito, ma le sue esigenze sono meno vincolanti per noi.

Dunque, se troviamo dei cuccioli senza madre, la prima cosa da fare, soprattutto quando il piccolo è appena nato, è assicurarsi che stia al caldo visto che i cuccioli così piccoli hanno difficoltà a mantenere la temperatura giusta. Può essere d’aiuto, in questi casi, usare un termoforo, una lampada a luce infrarossa o anche più semplicemente una bottiglia d’acqua calda avvolta in un panno. La seconda cura importantissima è quella di verificare lo stato di idratazione dell’animale sollevando la cute della collottola (sul dorso del collo). Se la cute mantiene la sua elasticità e ritorna immediatamente al suo posto non c’è disidratazione, se resta sollevata bisogna provvedere subito rivolgendosi ad un veterinario. Stessa cosa va fatta in caso di ipoglicemia, che va sempre sospettata quando vediamo un cucciolo poco vitale e privo di forza.

Una volta risolto lo stato di emergenza, dobbiamo pensare all’alimentazione del piccolo, che è l’esigenza più immediata per un cucciolo, quella che è gridata a pieni polmoni quando arriva la fame e che può mettere una certa ansia ad un padrone inesperto il quale ancor prima di cominciare ad allattarli si chiederà: ma succhierà? E il latte andrà nel verso giusto? E poi, ma quanto sta succhiando? Gli basterà il latte preso?

Di solito è consigliabile acquistare in farmacia o nei negozi per animali un latte specifico per cuccioli da ricostituire, il latte di mucca o quello in polvere per bambini non è adatto. Un alimento inappropriato può determinare diarrea con conseguente grave disidratazione, condizione particolarmente temuta in un neonato che spesso richiede l’intervento urgente di un veterinario. Accanto al latte acquistiamo anche un biberon con tettarella della misura giusta. Una troppo piccola potrebbe richiedere troppa fatica per la suzione e per questo il cucciolo potrebbe rifiutare di nutrirsi; una troppo grande, al contrario, potrebbe riempire troppo o troppo velocemente la bocca e parte del latte potrebbe andare in trachea determinando una polmonite ab ingestis.

Inoltre non tutti i cuccioli cominciano a succhiare immediatamente dal biberon e non tutti hanno la prontezza di chiudere la glottide quando il latte attraversa la gola. I primi tempi, infatti sono un po’ difficili per tutti! Da parte nostra ricordiamo di non allattare mai mantenendo i piccoli a pancia in alto e che all’inizio le quantità di latte ingerito nelle 24 ore sono pari a circa il 20-25 per cento del peso del cucciolo e che se l’animale dorme 2-3 ore tra una poppata e l’altra, in genere significa che si sazia. All’inizio pesarli con una bilancia dopo ogni pasto può aiutare a sentirsi più sicuri. Gli incrementi ponderali devono almeno superare i 5 grammi al giorno. E dopo la prima settimana o i primi 10 giorni il cucciolo avrà raddoppiato il proprio peso.

Il latte va ricostituito e scaldato ad ogni poppata. Dopo ogni pasto dobbiamo lambire con un panno umido le parti intime (un po’ come fa la mamma quando lecca i suoi piccoli) per stimolare sia la minzione che la defecazione. Bisogna ricordare, inoltre, che i cuccioli orfani, molto spesso, non hanno avuto la possibilità di succhiare il colostro e cioè il primo latte della cagna, quello ricco di anticorpi, che preserverà il cucciolo per circa 2 mesi da infezioni batteriche e virali. Essendo, quindi, più esposti alle malattie, la cuccia dove si accolgono e si accudiscono i piccoli deve essere tenuta sempre molto pulita e l’igiene di quanto utilizziamo per l’alimentazione e le cure dei neonati sarà di fondamentale importanza. Infatti, se le condizioni di igiene e pulizia restano alte, non sarà necessaria alcuna integrazione con antibiotici. Infine, la presenza di pulci potrà essere contrastata solo con rimedi naturali o manualmente.

A circa 25-30 giorni possiamo fare un tentativo di svezzamento, proponendo ai piccoli una poltiglia di croccantini ammorbiditi nel latte. Se i cuccioli rispondono mangiando l’intruglio possiamo tirare un sospiro di sollievo: il peggio è passato, possiamo ricominciare a dormire di notte perché i piccoli si stanno avviando verso l’indipendenza. Alla stessa età è possibile insegnare ad un gattino a sporcare in lettiera, proponendola subito dopo ciascun pasto.

Ma i nostri compiti non sono finiti perché adesso i cuccioli cominceranno ad esplorare il territorio intorno a sé, inizieranno a giocare e se i piccoli sono due o più lo stimolo è reciproco, i cuccioli, infatti, si aiuteranno a crescere ed impareranno l’uno dall’altro imitandosi. Se, viceversa, il cucciolo è unico dobbiamo sostituirci alla madre o ai fratellini anche in questo e dobbiamo cercare di passare al piccolo anche l’esperienza del gioco, della caccia, dell’eliminazione corretta (per esempio nel terreno o in lettiera con copertura delle deiezioni per il gatto). Non sarà semplice e non tutto sarà fatto nel modo corretto, perché le regole del “gioco” sono diverse a seconda della specie di appartenenza. È  possibile, infatti, soprattutto se il cucciolo orfano è allevato in totale isolamento da altri suoi consimili, che sviluppi problemi comportamentali: nervosismo, aggressività, timidezza eccessiva e scarsa capacità ad adattarsi a situazioni nuove (ambiente, persone o animali).

L’ideale, infatti, sarebbe trovare una balia che accanto ai propri figli accetti e accudisca anche i piccoli trovati. In tal modo siamo sicuri che anche il lato comportamentale ed educativo del neonato sarà gestito seconda natura ed eviteremo che con la crescita possano svilupparsi alterazioni comportamentali indotte da dai nostri modi di fare che, per quanto materni, non saranno mai tipici della specie.

A cura della dott.ssa Letizia D'Avino, Centro medico veterinario "Zoe", via Aldo Moro 75, Somma Vesuviana, Napoli

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