CoHost, quando l’integrazione passa per il digitale

Dall’incontro tra Fondazione Mondo Digitale e Microsoft nasce CoHost, un progetto scolastico di integrazione e alfabetizzazione rivolto a 1000 immigrati. I tutor saranno 1000 studenti italiani delle scuole superiori con il compito di supportare i colleghi stranieri nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana.
immigrati Ansa

Sfruttare il vasto mondo del web per facilitare l’integrazione di immigrati e rifugiati arrivati negli ultimi anni in Italia: è questo l’obiettivo del progetto Co-Host, realizzato grazie all’incontro tra Fondazione Mondo Digitale, da sempre impegnata nell’istruzione e inclusione, e Microsoft, con il patrocinio del Ministero dell’Interno. Il programma coinvolge per ora mille immigrati grazie al dialogo tra la scuola e i centri di accoglienza.

Ad accompagnare i colleghi rifugiati nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana saranno oltre mille studenti, provenienti da sei scuole superiori di secondo grado, selezionate tra Roma, Napoli, Reggio Calabria, Catania e Messina; che con il linguaggio universale del web aiuteranno i coetanei a sviluppare anche competenze digitali. Compito degli i-tutor sarà quello di guidare nell’apprendimento, ma anche di organizzare attività formative e laboratori, incontri tematici ed eventi di socializzazione. Sarà inoltre presente un internet point per l’apprendimento autonomo degli immigrati.

Piccoli gesti che però possono significare molto per chi arriva in un nuovo Paese senza reali conoscenze: in questo modo gli immigrati potranno ottenere certificazioni Microsoft, o semplicemente imparare a prenotare un biglietto del treno, mandare una email o cercare un lavoro online.

Durante la presentazione del progetto, è intervenuto il sottosegretario di Stato Domenico Manzione: «La scuola è un luogo privilegiato per creare integrazione. La tecnologia ha favorito momenti di incontro tra culture e ha permesso agli studenti di perdere certi pregiudizi. L’Italia è pronta, tra mille difficoltà. Fare integrazione in un periodo di grave crisi economica e grave crisi di sicurezza non è una passeggiata, ma una vera e propria sfida. Noi speriamo che in questo cammino, anche se lentamente e con molta fatica, si aggreghi presto anche l’Europa».

Nonostante il primo approccio sia di social learning, i ragazzi saranno continuamente in contatto, riuscendo in questo modo a stringere anche rapporti interpersonali: il primo passo verso una completa integrazione. «L’Europa è da tempo alla ricerca di una soluzione ai problemi dell’immigrazione e integrazione – spiega Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale -. Noi siamo convinti che un modello vincente di integrazione debba partire dalla scuola e basarsi sui valori di incontro e condivisione».

In questo modo infatti il processo di integrazione parte dal basso, gli studenti italiani coinvolti potranno condividere con i coetanei il proprio sapere; e contemporaneamente venire a conoscenza di realtà e storie completamente diverse, nella speranza che l’incontro e l’ascolto delle nuove generazioni possa formare una società più aperta e senza pregiudizi nel futuro.

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