Civita, un sogno tra le argille

Un antico borgo medievale che guarda la Valle dei Calanchi dalla cima di una rupe.
civita di bagnoregio

Galleggia sulla Valle dei Calanchi, nel Viterbese, simile ad un isolotto collegato alla terraferma da un pontile: ed è l’altissimo viadotto che costituisce l’unica via di accesso all’antico borgo medievale. Così Civita di Bagnoregio, in bilico sulla sua rupe, tra gli sfasciumi delle argille sottostanti, appare al visitatore del XX secolo, costretto a lasciare al di qua della passerella il suo veicolo e a raggiungere a piedi la cittadella. E meno male! L’aerea passeggiata è quel che ci vuole per smaltire ansie e clamori del nostro presente, per prepararsi all’ascolto di altre e più sommesse voci, a sensazioni di cui si pensava persa la traccia.

 

Poi, una volta nell’“hortus conclusus” delle mura, il giro del borgo è in sé questione di pochi minuti; anche se qui il tempo vissuto nella propria interiorità non corrisponde a quello segnato dalle lancette dell’orologio, complici forse queste viuzze silenziose, questi slarghi, queste improvvise balconate sui dirupi, queste case che sembrano gusci vuoti anche quando il poggiolo fiorito o il portoncino nuovo di zecca, ma "in stile", tradiscono occasionali eremiti.

 

Già, perché il rarissimo abitante di qui è quasi sempre venuto da fuori, come il paguro che abita una conchiglia non sua. Inutile interrogarlo su Civita. Parla invece la conchiglia, che tramanda gli echi dei secoli; parlano la luce, i tufi sanguigni, il vento, le cornacchie che stridono attorno a San Donato: e son le voci di sempre in questo paese di ombre, raccolto nella sua splendida solitudine, dove mi auguro abbiano accesso meditazione e stupore anche quando il previsto piano di recupero sarà una realtà.

 

Fra le tante voci, una appartiene al più illustre figlio di Civita: san Bonaventura, il grande teologo e mistico del ‘200, che qui dimorò (pochi lembi di muro sopravvivono sullo strapiombo) ed ebbe a dire: «Ogni creatura è una parola di Dio».

Questa è Civita, fuori dal tempo. Un sogno tra le argille.

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