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Ambiente > Energia rinnovabile

Cina: la “Grande Muraglia Solare”, 400 km di agrivoltaico

di George Ritinsky

- Fonte: Città Nuova

La Cina sembra non finire mai di meravigliarci: il deserto si trasforma in una sorgente di energia rinnovabile. Una regione cinese sta sfruttando l’energia solare per incrementare le coltivazioni nel deserto e fornire energia elettrica al nord dell’immenso Paese asiatico

Deserto di Kubuqi, Dalad Banner, Ordos (Mongolia Interna, Cina). (Ph. Ansa)

Ai margini del vasto deserto di Kubuqi, nel nord della Cina, è in atto una rivoluzione silenziosa. Un tempo dominata da sabbie mobili e vegetazione rada, questa distesa di terra nel Dalad Banner, nei dintorni di Ordos-City (Mongolia Interna), si è trasformata in un esempio di come energia rinnovabile, ripristino ecologico e sviluppo rurale possano coesistere e prosperare.

E tutto questo senza troppo clamore: infatti, in Europa non se ne sa quasi nulla! Dotati di pannelli solari bifacciali abbinati a inverter intelligenti, i moduli fotovoltaici sono in grado di assorbire il calore e la luce riflessa dalla sabbia sottostante per la produzione di energia. Gli operatori gestiscono la rete da remoto attraverso un sistema AI Huawei collegato in 5G, che rileva i malfunzionamenti in tempo reale, garantendo manutenzione efficiente e prestazioni ottimali.

Sotto i pannelli, il terreno è stato seminato con colture resistenti alla siccità ed erbe da pascolo, realizzando un modello innovativo di agrivoltaico, in cui agricoltura e fotovoltaico coesistono. Le acque reflue trattate provenienti dai vicini parchi industriali vengono utilizzate per irrigare la vegetazione, promuovendo ulteriormente la sostenibilità ambientale. «Stiamo costruendo quella che chiamiamo Grande Muraglia Solare, un corridoio di energia verde lungo ben 400 chilometri e largo 5, lungo la fascia desertica», ha affermato Li Kai, direttore del Centro Energetico Integrato dell’Ufficio per l’Energia del Dalad Banner, città di Ordos. «Solo nella sezione del Dalad prevediamo di installare oltre 10 GW di capacità solare», ha aggiunto.

Entro il 2030, la capacità totale di produzione di energia rinnovabile dovrebbe raggiungere i 26 GW, collocando il Dalad Banner tra i più importanti centri di produzione di energia pulita in Cina e, potenzialmente, nel mondo. Dal 2017, il Dalad Banner è emerso come luogo pionieristico nell’integrazione tra produzione fotovoltaica e controllo della desertificazione. Ad oggi, il progetto ha rimodellato circa 42.700 acri (17.280 ettari) di deserto.

Solo nella prima metà del 2025, ha fornito 3,36 miliardi di kWh di elettricità verde, equivalenti a un risparmio di 1,12 milioni di tonnellate di carbone, a una riduzione di 2,772 milioni di tonnellate di anidride carbonica e 756 mila tonnellate di emissioni di polveri. I benefici ambientali si riflettono in un miglioramento degli indicatori ecologici: la copertura vegetale in tutta la regione è aumentata dal 17% nel 2000 al 58,4% attuale. Nel deserto di Kubuqi, l’incremento della vegetazione è visibile anche nelle immagini satellitari.

Sebbene la regione non abbia ancora installato su larga scala i pannelli di perovskite di nuova generazione, diverse tecnologie pilota, tra cui il vetro solare che funge anche da materiale da costruzione, sono già in fase di sperimentazione. I pannelli di ultima generazione sono fino a 30 volte più efficienti e 40 volte più efficaci nell’accumulo di energia.

Inoltre, grazie ai progressi tecnologici, il costo dell’energia solare è crollato. «Dieci anni fa, l’energia solare costava oltre 1 yuan per kWh (0,12 €). Oggi costa meno di 0,5 yuan (0,06 €)», ha affermato Li Kai. «Il nostro ciclo di recupero dell’investimento si è ridotto da 15 a 11 anni e continua a migliorare». L’elettricità generata nel Dalad Banner non rimane solo a livello locale. Una linea ad altissima tensione (UHV) da ±800 kV trasferisce ora energia direttamente a Pechino, Tianjin e Hebei, compresa la nuova area di Xiong’an. «A un certo punto si diceva che una luce su 5 nelle case di Pechino fosse alimentata dall’energia del Dalad», ha osservato Li Kai. «Tra qualche anno, potrebbe essere una su 3».

Numeri importanti, grandi cifre, e tutto con materiali e risorse made in China, senza ricorrere a importazioni.
La Cina si conferma così all’avanguardia non solo nelle telecomunicazioni, ma anche nel risparmio energetico e nell’utilizzo delle energie rinnovabili.

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