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Ciclismo: via al Tour de France 2025

di Noemi Di Benedetto

- Fonte: Città Nuova

Si dà finalmente il via al Tour de France 2025 che si prende la scena mondiale del ciclismo dal 5 al 27 luglio con le prime maglie assegnate e il primo dispiacere per l’Italia

Il tedesco Mathieu Van Der Poel vince la seconda tappa del Tour de France, 6 luglio 2025. Ansa EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON

112 edizioni, 21 tappe, 3.300 chilometri da percorrere, un dislivello superiore ai 51.500 metri complessivi, tutti i big del ciclismo mondiale presenti per uno degli eventi più importanti dell’anno: questo è il Tour de France. I migliori ciclisti del mondo, capitanati dal trio delle meraviglie Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel hanno cominciato a darsi battaglia dallo scorso sabato. Vediamo insieme le tappe e le novità, gli azzurri in gara, i favoriti e le prime maglie assegnate.

Le tappe e le novità

La 112ª edizione della Grande Boucle ha preso il via dalla metropoli di Lille il 5 luglio, con tre tappe iniziali nell’Alta Francia, prima di una lunga traversata verso sud che porterà il gruppo attraverso la Bretagna e l’Alvernia. Il tutto fino a Parigi – assente alla scorsa edizione causa Olimpiadi – dove, dopo 21 tappe, si concluderà il Tour de France domenica 27 luglio. L’edizione 2025 si preannuncia molto esigente proponendo tante emozioni in salita che favoriranno gli scalatori ai velocisti nelle lunghe e faticose scalate tra Pirenei e Alpi.

Due soltanto, infatti, le tappe a crono: la quinta e la tredicesima per un totale di soli 44 chilometri con i 33 pianeggianti nella crono di Caen e gli 11 in salita nella cronoscalata al Peyragudes. Per quanto riguarda le montagne, invece, entreranno nel vivo dalla seconda settimana e qui, il Tour de France, strizzerà l’occhio agli amanti delle salite. Delle 6 tappe di montagna, ben 5, infatti, si concludono in salita con scalate su cime epiche come Hautacam, Superbagneres, Mont Ventoux, Courchevel-Col de la Loze, La Plagne. Il souvenir Henri Desgrange, ovvero il punto più alto toccato dalla corsa, sarà posto ai 2.305 metri del Col de la Loze che per la prima volta sarà scalato dal suo versante orientale.

Tra gli iscritti a darsi battaglia, ovviamente, ci sono tutti i migliori del momento a partire da Pogacar che, insieme a Vingegaard e a Evenepoel, monopolizzerà l’attenzione generale.

I favoriti e le maglie gialle

Pogacar e Vingegaard poi, proprio a voler esagerare, anche Evenepoel: questi i favoriti alla vigilia del Tour de France senza, in realtà, lasciare molto spazio ad altri.

Per molti addetti ai lavori, infatti, il duello Pogacar-Vingegaard sembra già scritto. Altri, invece, invitano alla battaglia anche Evenpoel. Fatto sta che la startlist di una delle gare ciclistiche più importanti al mondo, presenta molti nomi di spicco tra fuoriclasse e possibili outsider che sognano il colpo che può valere un’intera carriera. Vediamo insieme chi sono e perché i favoriti di questa edizione, partendo proprio dai big sopracitati.

Non possiamo che partire da Tadej Pogacar che, le mani sulla Grande Boucle le ha già messe nel 2020, nel 2021 e nel 2024 e ora sogna il poker. Tra il poker e lo sloveno, però, oltre agli avversari, anche la terribile canicule che già in passato aveva presentato il con to al campione del mondo che, tra le altre cose, con la vittoria del Tour arriverebbe a quota 100 trionfi in carriera.

E tra gli avversari dello sloveno, il primo è, per l’appunto, Jonas Vingegaard, vincitore nel 2022 e nel 2023 che spera di riscattare la “sconfitta” dello scorso anno, dovuta alle condizioni non ottimali in cui si era ritrovato dopo il terribile incidente al Giro dei Paesi Baschi. E, a proposito del podio della scorsa stagione, non si può di certo non citare il terzo gradino della passata edizione: Remco Evenepoel, il più forte al mondo nelle cronometro, con tre titoli in possesso oggi che, però, deve ancora accrescere il suo potenziale in salita.

In cerca di riscatto anche Primoz Roglic che, dopo aver accarezzato il sogno del Tour nel 2020, come a causa di una maledizione, non è più riuscito a concludere un Tour de France e chissà se non sarà proprio questa l’edizione che spezzerà la maledizione. Parlando di tabù e maledizioni, la Francia proverà ad abbattere il tabù domestico che dura da 40 anni con Lenny Martinez. Da tenere sotto controllo, infine, anche Carlos Rodriguez, quinto nel 2023 e settimo nel 2024

E le previsioni della vigilia si sono rivelate tutt’altro che infondate perché, al termine della prima tappa vinta da Jasper Philinsen e della seconda vinta da Mathieu Van der Poel, ecco vedere nella classifica generale, oltre a Van der Poel che guida momentaneamente la classifica, Pogacar e Vingegaard ad inseguire a distanza ravvicinata.

Gli azzurri al via e l’incubo Ganna

Non rispettano, invece, almeno per ora, i pronostici della vigilia gli azzurri e, in particolare, lo sfortunato Filippo Ganna, costretto al ritiro nella tappa inaugurale.

Degli 11 ciclisti italiani presenti al via: Jonathan Milan, Simone Consonni, Edoardo Affini, Matteo Trentin, Alberto Dainese, Davide Ballerini, Simone Velasco, Vincenzo Albanese, Mattia Cattaneo, Gianni Moscon e, appunto, Filippo Ganna, il nostro campionissimo, l’olimpionico “TopGanna” era, infatti, il favorito per le tappe di cronometro. Il nostro Pippo aveva nel mirino la tappa numero 5, non solo la sua specialità ma anche una tappa per riprendersi la rivincita su Evenepoel che l’anno scorso, alle Olimpiadi, per soli 14 secondi gli aveva “rubato” l’oro olimpico. E, invece, ecco il contatto alla prima tappa (forse con lo scozzese Flynn), poi la lenta ripresa, il ricongiungimento al gruppo e, purtroppo, ecco alzare bandiera bianca per il nostro campione che aveva sacrificato il Giro d’Italia per questo appuntamento.

E adesso, dal côté azzurro, aspettiamo qualcuno tra gli altri 10 che tenga alto il tricolore e, chissà, ci faccia sognare come da 11 anni ormai non si fa più nel Tour de France.

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