L’obiettivo della nuova direttiva adottata dal Parlamento europeo in materia ambientale è quella di azzerare le emissioni inquinanti delle unità immobiliari entro il 2050. L’Aula di Strasburgo ha sostenuto con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti l’intesa politica raggiunta con gli Stati a dicembre. Un difficile negoziato che però garantisce più flessibilità (rispetto al testo precedente) ai governi per attuare i vincoli e i parametri scelti.
I partiti che sostengono l’attuale governo italiano hanno votato contro. Eppure il settore edilizio del nostro Paese rappresenta quasi il 20% delle emissioni nazionali di gas serra legate all’energia. Bisogna intervenire per dare nuova efficienza alle case e far risparmiare in bolletta ai cittadini. Non solo. Riqualificare il parco immobiliare nazionale darà opportunità di rilancio all’edilizia, che è uno dei principali motori della crescita economica del nostro Paese, generando migliaia di posti lavoro.
Una volta entrate in vigore le norme (aprile 2024), l’Italia e gli altri Paesi avranno due anni di tempo per preparare, supervisionati da Bruxelles, piani nazionali di ristrutturazione, ovvero tabelle di marcia per indicare la via che intendono seguire per centrare gli obiettivi. In Italia secondo alcune stime, dei 12 milioni di edifici residenziali sarà data priorità a circa 5 milioni con le prestazioni più scadenti, di classe energetica G o F.
I punti principali della direttiva europea
Edifici nuovi – Dal 2030 dovranno essere a emissioni zero. Per quelli di proprietà pubblica la scadenza è fissata al 2028.
Ristrutturazioni – Per il 16% gli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Per le case si applicherà un obiettivo di riduzione del consumo energetico del 16% dal 2030 e del 20-22% entro il 2035. I lavori riguarderanno la sostituzione di infissi, nuove caldaie a condensazione, cappotto termico, pannelli solari.
Caldaie a gas – I Paesi avranno tempo fino al 2040 per dire addio alle caldaie a combustibili fossili, a gas, mentre dal 2025 saranno aboliti tutti i sussidi e le detrazioni fiscali per le caldaie autonome a combustibili fossili. Ci saranno invece incentivi per sistemi di riscaldamento e raffreddamento alimentati da energie rinnovabili.
Pannelli solari – L’obbligo di installarli riguarderà i nuovi edifici pubblici e sarà progressivo, dal 2026 al 2030. Dovranno inoltre essere attuate strategie, politiche e misure nazionali per dotare di impianti solari gli edifici residenziali.
Esenzioni – I governi potranno esentare gli edifici storici e agricoli, le chiese e i luoghi di culto, gli immobili a uso militare e quelli utilizzati solo temporaneamente.
Piani nazionali – I 27 Paesi europei avranno due anni di tempo per adeguarsi alla direttiva green presentando a Bruxelles i piani nazionali di ristrutturazione, indicando la via che intendono seguire.
Investimenti – La Commissione europea stima che entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta energetica del parco immobiliare. Sono circa 152 miliardi di euro di investimenti l’anno in più rispetto alle risorse attuali. I Paesi membri potranno attingere ai fondi Ue come il Fondo sociale per il clima, il Recovery fund e i Fondi di sviluppo regionale.
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