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Candela e la Cultura dell’unità

di Redazione

- Fonte: Sophia

«L’università Sophia offre una formazione umana che punta su cura delle relazioni e costruzione di legami». Proponiamo questo articolo pubblicato su sophiauniversity.org in cui la nostra giornalista racconta le motivazioni che l’hanno portata a scegliere questo Istituto

Candela è una giovane argentina, cresciuta in Spagna. Dopo essersi laureata in Giornalismo ha proseguito i suoi studi con una laurea magistrale in Migrazioni e mediazione intermediterranea. Attualmente studia a Sophia la magistrale in Cultura dell’Unità nell’indirizzo Pace, dialogo e comunicazione.

Come mai hai deciso di studiare a Sophia?

È un desiderio che mi portavo dentro da tanto. Dopo aver studiato gli aspetti legati alla storia dei Paesi della regione MENA, i diritti in materia di migrazione, un’introduzione all’islam e alla lingua araba, la cooperazione allo sviluppo, la sociologia delle migrazioni e la mediazione linguistica, ho pensato che a Sophia potessi completare la mia formazione accademica con un approfondimento sugli aspetti della relazionalità. Cioè, ho intuito che questa università offre una formazione umana che punta sulla cura delle relazioni, sulla costruzione di legami, e credo che queste competenze possano aiutarmi a svolgere con maggiore professionalità il mio ruolo di mediatrice e di comunicatrice sociale.

Su quale ambito di studio ti sei focalizzata?

Quello che mi interessa è ampliare le mie conoscenze riguardo al dialogo interreligioso e alla comunicazione interculturale, e questa è una disciplina sulla quale Sophia punta in modo particolare. Non solo attraverso lo studio in aula, ma anche con gli scambi che avvengono nei corridoi, nelle residenze e nella cittadella con studenti ed insegnanti provenienti da tutto il mondo. I dialoghi che si creano fra di noi parlano di vita vera, perché partono dalle esperienze personali, e questa sapienza che ci offriamo a vicenda spesso supera i concetti che possiamo acquisire sui libri.

A tuo avviso quali sono i punti forti dell’Università?

Per me il valore più elevato è l’aspetto di vita comunitaria. Vivere quello che si studia e studiare quello che si vive come un tutt’uno è un’esperienza unica e arricchente che dà un senso di completezza al percorso intrapreso. Poi ci sono tutta una serie di attività complementari che mirano ad attuare i saperi che vengono trasmessi: la settimana Wings of Unity per la conoscenza fra cristiani e musulmani, la convenzione con l’Istituto islamico Bayan, la formazione presso la Scuola di Economia Civile o i tirocini nell’ambito dell’Economia di Comunione, la partecipazione ai congressi col Movimento politico per l’unità, ecc.

Cosa vorresti fare dopo con la formazione che Sophia ti offre?

Voglio continuare a lavorare come giornalista nell’ambito sociale, in particolare sulla questione migratoria. Sogno di andare in paesi in ricostruzione dopo la guerra e raccontare le storie di superamento e resilienza dei loro abitanti, così come dare voce a coloro che soffrono il dramma della migrazione forzata. Inoltre, di recente ho partecipato al Med25 nella sessione Donne nel Mediterraneo, un’iniziativa che mi ha portato a lavorare con persone di diverse nazioni e religioni per la pace nella regione mediterranea. Per questo, mi auguro che questa laurea mi spinga oltre nel mio impegno per un mare di fraternità attraverso il dialogo, la comunicazione generativa e la risoluzione pacifica dei conflitti.

 

Per conoscere meglio la storia della nostra redattrice e il contesto culturale in cui è cresciuta vi consigliamo l’articolo “Un mare di incontri“, pubblicato sulla rivista Città Nuova di agosto 2025.

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