Campania, al voto tra minacce e voglia di rinascere

Il 6 e il 7 maggio si voterà in 90 comuni campani, in un clima molto pesante a causa di intimidazioni e scambi di accuse tra candidati. Cresce la partecipazione e fioriscono le liste civiche
termovalorizzatore di acerra

In Campania, il 6 e 7 maggio 2012, sono 90 i comuni chiamati al voto (su un totale dei 551 presenti in tutta la regione). Tra questi non c’è nessun capoluogo di provincia, 16 comuni hanno più di 15mila abitanti e, quindi, voteranno con il sistema maggioritario a doppio turno, mentre i restanti 74, che ne hanno meno di 15mila, voteranno con un unico turno.

Tra le città che andranno alle urne ci sono centri molto importanti come Acerra, Ischia, Pozzuoli, San Giorgio a Cremano, Torre Annunziata e Torre del Greco, in provincia di Napoli, Aversa, in provincia di Caserta e Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. È stata, invece, revocata la convocazione elettorale per i comuni di Pagani (SA), Casal di Principe, Casapesenna e Castel Volturno, in provincia di Caserta, le cui amministrazioni sono state sciolte per infiltrazione mafiosa.

Molte di queste città provengono da brevi o lunghi periodi di gestione commissariale. Numerosi consigli comunali, infatti, sono stati dichiarati decaduti a causa delle dimissioni del sindaco o di numerosi consiglieri. Molto spesso, infatti, maggioranze deboli, costruite solo per incamerare voti, si dissolvono come neve al sole. In altri casi è l’interesse personale o di gruppo a prevalere e quando nessuno è disposto a cedere, non si trova l’accordo per la costituzione della giunta e, quindi, si torna a votare.

In tutta la regione, comunque, il clima è davvero pesante con accuse reciproche, intimidazioni e gesti violenti. I casi più eclatanti si sono verificati ad Acerra, Pozzuoli e San Giorgio a Cremano. La criminalità organizzata non viene menzionata direttamente nei rapporti delle forze dell’ordine sui fatti venuti alla luce (e ce ne saranno molti altri non noti), ma è difficile credere che in una regione così fortemente condizionata da numerosi clan di camorra, questi se ne stiano a guardare e non cerchino di dirigere il voto in una direzione o in un’altra.

Alcune città più di altre sono sotto i riflettori dell’opinione pubblica nazionale. Come Acerra, sede del mega inceneritore inaugurato nel marzo 2009. Costruito non lontano da una zona archeologica, è uno dei più grandi d’Europa: a pieno regime dovrebbe bruciare 600mila tonnellate di rifiuti l’anno. Peccato che abbia avuto una serie di problemi, non del tutto risolti e sia stato finora fonte di continue polemiche. Sono cinque i candidati a sindaco, tra nomi nuovi e vollti già noti,  mentre ben seicento, divisi in ventotto liste, “lottano” per ventiquattro posti da consigliere comunale. Gli esperti dicono che la lotta è tutta sull’edilizia, dal momento che ad Acerra, nonostante il “sacco” già perpetrato, c’è ancora tanto spazio su cui costruire. Speriamo che si dia precedenza ai servizi essenziali, dal momento che ben duemila alunni della scuola primaria sono da un anno senza struttura scolastica.

Nota in tutto il mondo, Ischia è il più grande dei sei comuni presenti sull’isola verde. L’anno scorso era stato proposto un referendum per unificare le amministrazioni, ma non è stato raggiunto il quorum. Qui le liste sono tredici ed i candidati a sindaco quattro. Assenti quasi del tutto i partiti tradizionali, la fanno da padrone le liste civiche che intercettano il malessere dei cittadini. La lotta sarà serrata ed attraverserà tutta l’isola, perché anche tre degli altri comuni più piccoli andranno al voto.

Pozzuoli, l’antica città che nel 61 d.C. accolse l’apostolo Paolo, che vi trovò già una fervente comunità cristiana, ha resistito a terremoti, bradisismi e bombardamenti, ma ora stenta a decollare, stretta com’è tra disoccupazione, mancato sviluppo e inquinamento. Per non parlare della discarica che sta per aprire, dei sistemi di trasposto continuamente ridotti, del restauro del Rione Terra rimandato di anno in anno. Tredici liste con cinque candidati a sindaco si contendono la guida di questo comune di oltre 80mila abitanti, che potrebbe essere una città turistico-portuale e un centro ittico rinomato, ma intanto langue, tra il crescente disinteresse della classe politica. Per fortuna i cittadini non ci stanno e fanno sentire la propria voce. Speriamo che continuino a farlo anche dopo le elezioni, guidando con il loro consenso le azioni dell’amministrazione che verrà.

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons