CambiaMente

L'esperienza di Martina, studentessa fiorentina, a Fontem e tra le baraccopoli di Nairobi. La creazione di un'associazione di volontariato giovane. La favola del colibrì.
Colibrì
Mi chiamo Martina, ho 21 anni, vivo a Prato, vicino Firenze; studio economia all’università di Firenze e sono socia e segretaria dell’Associazione di volontariato CambiaMente Onlus. Nel 2007, a 17 anni, con la mia classe, la quarta superiore, ho partecipato al primo progetto di ”Noi con gli Altri” in Camerun. I progetti “Noi con gli altri” sono promossi dalla Fondazione “Il Cuore si Scioglie” – Unicoop Firenze e dalla Regione Toscana.

 

In questi progetti i ragazzi delle scuole toscane sono chiamati a dare concretamente una mano per sviluppare iniziative di solidarietà. Si lavora in aula con l’aiuto di alcuni operatori sui temi della globalizzazione e della solidarietà, riflettendo sui rapporti tra nord e sud del mondo e introducendo le realtà dei paesi più poveri. Infine si parte per un viaggio in quei luoghi.

 

Anch’io e la mia classe abbiamo seguito questo percorso e quindi siamo partiti per andare a Fontem in Camerun. Nel programma era prevista un visita ad un villaggio di nome Besalì nella foresta pluviale a circa 30 km di distanza da Fontem, dove veniva costruita per la prima volta una scuola con il contributo dell’Unicoop Firenze. Abbiamo trovato subito davanti a noi una realtà totalmente differente dalla nostra e da quella che ci eravamo immaginati.

 

A Fontem ci ha stupiti l’accoglienza regale delle persone della Mariapoli, dell’ospedale, dei ragazzi del College e di tutte le persone del villaggio. In questa occasione ho conosciuto per la prima volta il Movimento dei Focolarini e mi sono resa conto della straordinaria forza che hanno avuto queste persone per realizzare, con la popolazione, il villaggio con tutte le strutture ora esistenti.

 

Non solo, noi ragazzi ci siamo accorti dell’amore che avevano queste persone verso tutti e di quanto fossero felici della loro vita, così semplice e povera ai nostri occhi. Non ci aspettavamo di ricevere così tanto affetto e di imparare così tanto. Io mi sentivo come una spugna, cercavo di vivere quell’esperienze conoscendo più persone possibili, cercando di assorbire quanto più potevo.

 

A Besalì siamo restati due giorni, due giorni che sono rimasti impressi nella nostra vita. Dopo aver ballato alla festa di benvenuto, organizzata da tutta la popolazione in nostro onore, siamo andati a vedere l’edificio in muratura che per la prima volta veniva realizzato nel villaggio di Besalì: la scuola d’infanzia ancora in fase di costruzione.

 

L’esperienza a Besalì è stata la più dura da accettare, così forte che dopo averla fatta propria è stato difficile riuscire a conviverci senza sentirsi responsabili, coinvolti e allo stesso tempo impotenti. Tornata a casa, ho riguardato le foto per circa un mese con la nostalgia dentro il cuore. Prima di arrivare alla fine dell’anno scolastico la nostra classe raccolse, con una cena di beneficenza, dei fondi da donare al college di Fontem per acquistare libri e materiale scolastico.

 

Sempre col pensiero all’esperienza fatta in quarta superiore, ho proseguito i miei studi: mi sono diplomata e ho iniziato ad affrontare il primo anno di università, fino a quando ho incontrato dei ragazzi che, come me, avevano fatto l’esperienze di “Noi con gli Altri”, partecipando ad altri tipi di progetti in vari paesi del Mondo. Con alcuni di questi giovani abbiamo iniziato un nuovo progetto sempre promosso da “Noi con gli Altri”. L’obiettivo era andare a scoprire la realtà delle baraccopoli (slums) nella capitale del Kenya, Nairobi.

 

In collaborazione con l’Onu abbiamo lavorato in uno studio dove, dal materiale raccolto nelle discariche delle baraccopoli, si creavano collane, braccialetti, borse e altri oggetti destinati alla vendita nei paesi occidentali. Abbiamo anche visitato il centro di recupero, riabilitazione e di reinserimento gestito da padri comboniani missionari, nella zona periferia di Nairobi. Qui vengono assistiti bambini e adulti con problematiche collegate alla vita nelle baraccopoli.

 

Dopo questa esperienza formativa, noi ragazzi abbiamo deciso, con l’aiutato dell’ Unicoop Firenze, di creare un’associazione di volontariato Onlus con il nome CambiaMente. Le esperienze in comune dei progetti “Noi con gli Altri” ci hanno aperto gli occhi e col passare del tempo tutto ciò ha suscitato in noi un desiderio comune di cambiamento.

 

Le realtà, che abbiamo visto in varie parti del mondo, hanno fatto scattare in noi un meccanismo che ci ha portati ad agire concretamente nei confronti di situazioni socio-economiche svantaggiate vicine e lontane, attraverso iniziative organizzate dalla nostra Associazione. Partendo dal nostro piccolo, vorremmo cercare di costruire insieme una società più Equa e più Solidale per tutti.

 

Con questo intento, svolgiamo attività di formazione, promozione e progettazione di eventi di solidarietà, creando reti informative per i giovani, collaborando con altre associazioni ed enti pubblici e/o privati per sostenere realtà socio-economiche svantaggiate.

 

Il nostro logo rappresenta un Colibrì che trasporta col becco un mondo in miniatura. Abbiamo scelto questa immagine in riferimento alla favola del colibrì. Si narra che questo piccolo uccello, in modo coraggioso e deciso, prese nel becco una goccia d’acqua per contribuire a spengere un grande incendio, mentre gli altri animali di grossa taglia pensavano soltanto a salvare se stessi. Il colibrì gridò agli altri: “Io faccio la mia parte!”.

 

Al di là della favola, se tutti nel mondo facessero “la propria parte”, anche con una piccola goccia, si formerebbe un oceano di solidarietà.

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons