Il governatore uscente Roberto Occhiuto con il 57,26% dei voti ha vinto Pasquale Tridico, avversario del centrosinistra, che ha ottenuto il 41,73%. Così Occhiuto diventa il primo presidente della Calabria a conquistare un secondo mandato consecutivo. Un risultato che ha del clamoroso, se si considera che appena due mesi fa aveva rassegnato le dimissioni per un’inchiesta giudiziaria che lo aveva travolto, scegliendo di giocarsi tutto alle urne con un anno di anticipo.
«Sarete voi a decidere il futuro della Calabria, non altri», aveva detto. E gli elettori che si sono presentati ai seggi gli hanno dato ragione, consegnandogli una vittoria netta. Nel suo discorso da rieletto, Occhiuto non ha nascosto la soddisfazione: «Abbiamo impedito di usare le inchieste per batterci».
Ma c’è un dato che non si può nascondere: solo il 43,14% dei calabresi ha votato. Significa che oltre 56 cittadini su 100 hanno scelto di restare a casa, confermando una tendenza già critica nel 2021, quando l’affluenza era stata del 44,36%.
Dall’altra parte, il centrosinistra esce con le ossa rotte da un esperimento ambizioso: il cosiddetto «campo largo». Per la prima volta, Pd, M5S, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva, Azione e altre formazioni minori hanno corso unite, schierando 12 liste dietro la candidatura dell’economista ed ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico. «Un dato politico straordinario», l’aveva definita il segretario regionale del Pd Nicola Irto.
Sulla carta, l’unità doveva essere l’arma vincente per battere un centrodestra che nel 2021 aveva approfittato della frammentazione progressista. Nella pratica, i numeri hanno dato ragione a Occhiuto: il Pd ha preso il 13,6%, la lista civica di Tridico il 7,6%, il M5S il 6,4%. Troppo poco per scalzare Forza Italia, primo partito con il 17,98%, capace di mobilitare il proprio elettorato anche in un clima di apatia generale.
Il confronto più duro si è consumato sul tema che più di ogni altro tiene in scacco la Calabria: la sanità. Tridico ha puntato tutto sulla denuncia del «fallimento» dell’amministrazione Occhiuto, elencando liste d’attesa di un anno per le visite, carenza di medici e la chiusura di 18 ospedali sotto governi precedenti di centrodestra. La sua proposta era un piano per assumere «almeno 3.000 medici e infermieri al più presto possibile».
Occhiuto ha replicato contestualizzando i problemi della Calabria in una crisi sanitaria nazionale, rivendicando l’assunzione di 5.000 persone e l’arrivo di 400 medici cubani per tamponare le emergenze. «Abbiamo creato le condizioni per uscire dal commissariamento», ha detto.
Un dato positivo dall’esito elettorale è che per la prima volta nella storia della Calabria, sette donne sono state elette in Consiglio regionale: Rosellina Madeo, Elisa Scutellà, Filomena Greco, Pasqualina Straface, Luciana De Francesco, Elisabetta Santoianni e Rosaria Succurro. Un record che porta la presenza femminile al 22,5% dell’assemblea, merito in parte, alla «doppia preferenza», introdotta nella legge elettorale, che permette all’elettore di esprimere due preferenze purché di sesso diverso. Le elezioni di sette consigliere donne su 31 sono un risultato discreto che parla su quanto lunga sia ancora la strada verso la parità.
Ora, con un mandato rafforzato e una maggioranza solida, Roberto Occhiuto dovrà affrontare le emergenze che soffocano la Calabria. Il Governatore ha avuto dai calabresi un’ampia fiducia, senza precedenti recenti. La sua eredità politica, e con essa il destino della Calabria, dipenderà dalla sua capacità di continuare a modernizzare una terra che ancora ha tanto da offrire attingendo alle risorse turistiche, l’agricoltura e la cultura; potenziando ancora di più un sistema universitario, quello dell’Unical, che a più voci è definito di indubbia eccellenza.