Buon compleanno Paraguay

La repubblica paraguaiana festeggia quest’anno il duecentesimo anniversario dalla sua nascita
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Sono giorni brillanti, vivaci e indimenticabili, in cui i cuori battono come mai per la stessa causa: la patria. I paraguaiani si riversano nelle piazza, nelle strade. In tutto il paese sventola il tricolore (rosso, bianco e azzurro) per un grande avvenimento: i festeggiamenti del bicentenario della Repubblica del Paraguay, celebrati nei giorni 14, 15 e 16 di maggio, ricordando le lotte di liberazione del maggio 1811.

 

Né la pioggia e il freddo, né il sole e il vento sono in grado di diminuire il sentimento dei cittadini e il desiderio di partecipare. È un segnale chiaro ed eloquente: quando una causa nazionale sta al vertice degli interessi personali, il sentimento di amore per la patria e di appartenenza affiora con forza e mostra una bellezza sconosciuta. I paraguaiani, anche quelli di una certa età, non ricordano festeggiamenti di questa portata.

 

Forse l’ultima grande mobilitazione popolare che ricorda il paese è quella della sfilata della Vittoria, dopo la  guerra del Chaco,  nel 1935. Poi negli anni si sono avute altre manifestazioni cittadine, per la maggior parte però espressioni occasionali di ripudio nei confronti di situazioni difficili e insostenibili, o manifestazioni di protesta contro il regime dittatoriale. Ad ogni modo, mai si era avuta un’affluenza numerosa come in questi giorni.

 

Ciascun cittadino ha sentito dentro di sé la sua “paraguaianità”. Il sentimento di appartenenza alla nostra terra ha contagiato chiunque, come mai prima, ed è esploso l’amore per la Patria nella musica, nell’arte, nella cultura, nella lingua e in molte altre manifestazioni.

 

La razza paraguaiana – come molti la chiamano – è poco espressiva, poco portata a dimostrazioni ed esaltazioni. Ciononostante, nei giorni del duecentesimo anniversario, tutti si sono dedicati a condividere lo stesso sentimento.

 

È stato come se ogni cittadino avesse detto: «Noi paraguaiani, tutti assieme, uniti in nome di una causa comune, possiamo spingere avanti il nostro Paese: per ottenere la diminuzione delle ineguaglianze sociali, per dare ad ogni cittadino una vita degna e onorata, un lavoro decoroso, una paga giusta. Bisogna impegnarsi affinché la giustizia si esprima con maggiore equità e rapidità, i nostri legislatori mettano da parte i loro battibecchi politici e lavorino per il bene comune, e, soprattutto, il Governo persegua il raggiungimento di unità ed uguaglianza, come recita il nostro inno nazionale».

 

Lo stesso sentimento è stato espresso anche dalla Chiesa paraguaiana. Durante il Tedeum, celebrato nella Cattedrale, il vescovo di Caacupé, mons. Claudio Giménez, ha chiesto un paese basato sui valori della dignità della persona umana e su una crescita sociale equa.

 

Il vescovo ha sottolineato come non si possa dar vita ad una società senza mettere le basi per la pace, la giustizia sociale ed uguali opportunità, in particolar modo per i ceti più svantaggiati. Ha continuato: «Il bicentenario invita noi tutti ad impegnarci per formare un nuovo uomo che ama Dio e la patria, lavorando per il benessere, perché dobbiamo lasciare in eredità alle nuove generazioni un paese nuovo».

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