Il bullismo è un comportamento aggressivo e intenzionale che si ripete nel tempo tra bambini o adolescenti, in cui uno o più aggressori danneggiano una vittima più debole o indifesa. Il bullismo può assumere diverse forme, come la violenza fisica, le offese verbali, le minacce, il ricatto, l’esclusione sociale, la diffusione di falsità o la violazione della privacy. Le conseguenze di queste esperienze possono essere devastanti per i giovani, influenzando negativamente la loro autostima, il loro benessere emotivo e le loro prestazioni scolastiche. Il bullismo non è un fenomeno nuovo, ma negli ultimi anni ha assunto una dimensione sempre più preoccupante, anche a causa dell’utilizzo dei nuovi media e delle tecnologie digitali, che, purtroppo hanno dato origine al cosiddetto cyberbullismo, che consiste nell’usare internet, i social network, i messaggi o le chat per far violenza, umiliare, intimidire o isolare una persona. Il bullismo e il cyberbullismo possono avere conseguenze gravi sul benessere psicologico e fisico delle vittime, che possono sviluppare problemi di autostima, ansia, depressione, disturbi del sonno, dell’alimentazione o dell’apprendimento, fobia scolare, pensieri suicidi o comportamenti autolesivi.
Un articolo pubblicato nel 2015 sulla rivista Journal of Adolescent Health ha esaminato gli effetti del bullismo e del cyberbullismo sui sintomi depressivi e sui pensieri suicidi in un campione di 4.026 adolescenti italiani. I risultati hanno mostrato che le vittime di bullismo e di cyberbullismo avevano maggiori probabilità di soffrire di disturbi depressivi e idee suicidarie rispetto ai non coinvolti. Inoltre, le vittime di entrambe le forme di violenza presentavano un rischio più alto di avere sintomi depressivi gravi e pensieri suicidi frequenti. Inoltre, un articolo pubblicato nel 2019 sulla rivista European Child & Adolescent Psychiatry ha valutato gli effetti a lungo termine del bullismo subito durante l’infanzia e l’adolescenza sulla salute mentale in età adulta in un campione di 3.026 individui norvegesi. I risultati hanno rivelato che le vittime di bullismo avevano maggiori probabilità di sviluppare disturbi psichiatrici, come disturbo depressivo maggiore, disturbo d’ansia generalizzato, disturbo da stress post-traumatico e disturbo borderline di personalità, rispetto ai non coinvolti. Inoltre, le vittime di bullismo presentavano minori livelli di qualità della vita e benessere soggettivo.
Il bullismo non colpisce solo gli adolescenti, ma anche i bambini più piccoli. Infatti, il bullismo nella scuola primaria è un fenomeno ancora poco conosciuto e quindi difficilmente quantificabile, ma esiste e non va sottovalutato. Spesso i genitori e gli insegnanti non si accorgono di ciò che accade tra i bambini o tendono a minimizzare alcune dinamiche presenti nel gruppo classe, considerandole semplici “dispetti”.
Tuttavia, anche piccoli episodi di prevaricazione o derisione, ripetuti nel tempo, possono avere un impatto negativo sullo sviluppo emotivo e sociale dei bambini. Per questo motivo, è importante intervenire tempestivamente per prevenire e contrastare il bullismo anche nella scuola primaria.
Alcune possibili azioni potrebbero essere la sensibilizzazione degli studenti e degli adulti sul tema del bullismo e del cyberbullismo, promuovendo il rispetto per tutti, indipendentemente da etnia, religione, aspetto fisico o tratti caratteriali, ma anche il rispetto delle regole e dei limiti. Oltre che favorire la comunicazione e la collaborazione tra i bambini, stimolando la loro empatia, la loro capacità di ascolto e di espressione dei propri sentimenti e bisogni creando un clima positivo e accogliente nella classe e nella scuola, in cui ogni bambino si senta valorizzato e parte integrante del gruppo. Compito degli insegnanti dovrebbe essere anche il costante monitoraggio dei comportamenti dei bambini intervenendo prontamente in caso di segnali di disagio o di conflitto.
Il coinvolgimento di genitori e gli altri operatori educativi nella prevenzione e nel contrasto del bullismo risulta necessario per creare una rete di sostegno e di condivisione delle informazioni. L’attivazione di percorsi di recupero e di responsabilizzazione per gli aggressori e di protezione e di rinforzo per le vittime, a volte, è l’aspetto più complesso perché non è facile comunicare efficacemente tra adulti e quindi è di fondamentale importanza potenziare le proprie capacità di ascolto, comprensione e progettazione di interventi che abbiano un obiettivo comune: il benessere psico-fisico dei bambini. Il bullismo nella scuola primaria è un problema serio che richiede l’attenzione e l’impegno di tutti gli attori coinvolti: bambini, genitori, insegnanti, dirigenti scolastici. Solo così si potrà garantire il diritto dei bambini a crescere in un ambiente sicuro e sereno.
__