Di fronte ad un mondo caratterizzato da scelte continue, ognuno di noi è dotato di una coscienza che ci permette di vivere l’esperienza del dubbio in modo tale da creare alternative e rendere più numerose le opzioni a disposizione.
Tuttavia il dubbio è un’esperienza che generalmente non viene accolta a braccia aperte, e spesso non viene sopportata volentieri. Questa esperienza viene infatti vissuta come una voce nella propria mente che ci ricorda i vasti scenari possibili e per questo viene poco tollerata. Molto spesso, invece, la ritroviamo alla base di alcuni disturbi psicologici nei quali è possibile rilevare proprio questa intolleranza dell’incertezza, ovvero una indisponibilità ad accettare che sia impossibile prevenire un evento negativo anche se poco probabile.
Anche la nostra stessa società non rende la vita facile al dubbio, anzi. Il dubbio infatti si ritrova ad essere sintomo di insicurezza, fragilità, anche un po’ di scarso valore: chi nella società viene considerato un vincitore è colui che riesce a convincere, e convince se prima di tutto è sicuro delle proprie idee, e quindi appare privo di dubbi.
Spendiamo quindi tanto del nostro tempo e delle nostre energie cercando di toglierci ogni dubbio che ci passa per la mente. Per questo motivo si ricorre alle rassicurazioni o si prova a convincere se stessi con la forza dei pensieri positivi. Tuttavia sono tutti tentativi che spesso portano al fallimento, perché paradossalmente cercare di eliminare residui dubbi nella mente non può che condurre a trovarne altri di nuovi.
Ma il dubbio è anche un qualcosa che si insinua e una volta che trova terreno fertile cresce e fa sbocciare malessere, avversione e conflitto. Per questo, una volta raggiunto questo livello, vale la pena porvi attenzione.
Quando il dubbio diventa un problema? Nell’ambito psicologico, il dubbio produce malessere quando viene ritenuto pericoloso e viene ritenuto pericoloso quando dietro si porta una interpretazione sbagliata. Piuttosto che considerarlo in forma ipotetica, viene considerato un plausibile se non probabile dato di realtà, anche capace di influenzarla. Un esempio di quest’ultima affermazione è il dire “se lo penso devo fare qualcosa altrimenti accadrà”.
In questi casi si parla di fusione del pensiero, e la persona quindi vive e agisce nel mondo guidato dai propri dubbi e preoccupazioni, tanto da considerarli unici fattori affidabili di ciò che può accadergli anziché considerarli ipotesi.
Ma quante volte abbiamo avuto un pensiero negativo sul futuro? Quante volte si è realizzato? Facendo una somma, si può affermare che i pensieri sono un pessimo metro di giudizio per prevedere il futuro o leggere la realtà, e per questo si può affermare che il mondo dei pensieri è una cosa e il mondo dei dati sensibili, un’altra.
Non solo si tende a mettere in atto questa fusione tra realtà e pensiero, ma esiste anche un altro atteggiamento, e cioè quello di volere un pieno controllo delle esperienze interne. Nel momento in cui il dubbio viene considerato un pericolo da evitare, posso ritenermi al sicuro solo quando lo elimino. Per fare ciò tenderò a cercare rassicurazioni, distrazioni, metterò in atto dei rituali oppure evito le situazioni fonte di dubbi.
Ma posso eliminare i dubbi dalla mia mente? La risposta è no. Questo perché per eliminare ogni dubbio devo esplorare la mia mente per vedere se ce ne sono ancora, rimanendo così bloccato in questo circolo vizioso.
Detto ciò, si può affermare che possiamo concederci il beneficio del dubbio? Certamente, in linea generale, il dubbio ha una sua utilità. Infatti una condizione in cui si è privi di dubbi potrebbe essere un fattore di vulnerabilità, evolutivamente parlando. Per questo motivo è auspicabile riuscire ad imparare a vedere il dubbio per quello che è, e cioè vederlo come un oggetto della nostra mente. Considerandolo un oggetto della nostra mente, possiamo non solo decidere noi quando e per quanto tempo occuparcene, ma anche provare a considerarlo come una semplice informazione che proviene dalla mente, andando così ad imparare a concederci il beneficio del dubbio.