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Cultura > Storia

Basilicata, studenti berlinesi ridestano la dea di terracotta

di Michele Zasa

- Fonte: Città Nuova

Novità dal “Siris project” il campus internazionale di ricerca archeologica tenutosi a Policoro: tante le scoperte, su tutte una misteriosa e finora anonima statuetta fittile del VI secolo a.C. Città Nuova ne svela in esclusiva l’identità

Doveva essere un semplice campo di scavi estivi quello svolto di recente nel sito archeologico di Siris-Herakleia, a Policoro, da 20 studenti dell’Istituto Winckelmann dell’Università Humboldt di Berlino, ma le antiche divinità magno-greche che da millenni aleggiano in quell’area hanno riservato al team di discenti tedeschi una sorpresa davvero speciale.
Guidati dalla loro docente Annarita Doronzio i giovani berlinesi stavano partecipando al “Progetto Siris”, che li ha impegnati per 4 settimane «nell’esplorazione dell’antico insediamento greco di Siris-Herakleia, sulla costa meridionale del Golfo di Taranto, vicino alla città di Policoro», allorquando sono divenuti i protagonisti di una scoperta memorabile.
Resa quest’ultima ancora più interessante dalla millenaria natura di koinè culturale  dell’area archeologica lucana dov’era in corso l’Erasmus degli universitari berlinesi intenti appunto a studiare proprio «le influenze dei coloni greci nel parco archeologico delle antiche città di Siris ed Herakleia sulla costa meridionale dell’Italia, nella fase iniziale chiamata Arcaica ovvero tra il VII e V secolo a.C.».

«Siris-Herakleia è infatti un caso di studio particolarmente adatto per la ricostruzione della fondazione e dello sviluppo di una colonia greca, sia sulla base della tradizione letteraria che di singoli reperti archeologici». Così ci hanno spiegato gli stessi docenti della Humboldt che con i loro studenti si erano “accampati” nei pressi del «santuario classico ellenistico dedicato alla dea Demetra e posizionato proprio nella Vallata Mediana di Siris-Herakleia».

Ebbene, è stato lì che il favore degli dei si è manifestato.

Ai primi di agosto, infatti, a pochi giorni dall’inizio degli scavi, l’archeologa Doronzio in coro con i 20 studenti esclamavano: «Siamo già riusciti a recuperare diversi vasi antichi di ceramica finemente decorati, che probabilmente sono stati deposti nel santuario come parte di atti cultuali e che sono eccezionalmente ben conservati e per di più sono scientificamente significativi perché anche il loro contenuto sembra essersi preservato!».

Ma la vera sorpresa doveva ancora arrivare.

 

Studenti berlinesi durante lo scavo archeologico di Siris Herakleia rinvengono statuetta fittile – Foto credit Progetto Siris

Il risveglio della “dea di terracotta”

Il favore degli dei, si sa, non è mai “gratuito” e così ai successi archeologici iniziali conseguiti dal team berlinese, ben presto sono subentrate alcune criticità geologiche nel rilievo delle stratigrafie e nella individuazione ed estrazione dei reperti.

«A causa delle numerose fonti d’acqua nell’area archeologica di studio – hanno infatti annotato sui loro taccuini i ragazzi tedeschi –, il recupero dei reperti avviene in condizioni difficili, poiché il terreno è molto fangoso». Abilità e pazienza però, unite al meritato benvolere degli dei, hanno premiato i giovani ricercatori.
Gli studenti della Humboldt hanno così rinvenuto «la statuetta di terracotta di altissima qualità di una dea che stilisticamente può anche essere assegnata alla prima fase della colonia magno greca di Siris-Herakleia ovvero proprio all’inizio del periodo Arcaico».

Quando le mani dei ragazzi delicatamente accarezzavano la statuetta della dea cercando di liberarla dal fango che la intrappolava, è sembrato davvero che la stessero risvegliando da un lungo sonno.
Nessuno degli esperti però si è ancora pronunciato sulla presunta identità della “dea di terracotta” e «nei prossimi mesi – hanno promesso i protagonisti dello scavo – un’analisi più approfondita dei reperti fornirà sicuramente ulteriori informazioni sul santuario e aiuterà a comprendere le pratiche religiose dei primi abitanti della colonia policorese».

Comparazione tra la dea berlinese e Demetra del museo archologico di Policoro (Foto credit Progetto Siris e ministero della Cultura – Processed with MOLDIV)

L’identità svelata

Quando una dea si risveglia dopo millenni di sonno, non è gentile farla attendere prima di svelarne l’identità e così mi sono messo subito all’opera. Ho scoperto che vi sono delle incredibili similitudini stilistiche e delle specifiche connotazioni fisiognomiche e di costume che accomunano la “dea anonima” ritrovata dai giovani berlinesi e un’altra statuetta sempre in terracotta che è custodita a Policoro nel Museo archeologico nazionale della Siritide e che raffigura in modo inequivocabile la dea Demetra perché proviene proprio dall’omonimo santuario.
Ho osservate a lungo le due dee di terracotta e mi sono state subito evidenti le similitudini che le riguardano: entrambe hanno un’identica acconciatura di capelli e probabilmente anche la “dea berlinese” indossava dei grandi orecchini tondi. Entrambe presentano una bozza proprio sul mento e gli himation e chitoni, ovvero specie di vesti che esse indossano, sono praticamente identici sia nelle increspature entrambe sulla spalla destra che nelle ondulate linee di orlo e cucitura sopra e sotto i rispettivi décolleté.

Mi sento così di affermare con certezza che la “dea berlinese” sia proprio Demetra, la fertile “Madre terra” venerata sin da tempi antichissimi e al cui culto l’intera area abitativa e templare di Siris-Herakelia è dedicata.

Nessun posto è così bello!

La partenza degli studenti berlinesi da Policoro per far ritorno in Germania non è stata priva di emozioni così come la loro permanenza in Basilicata, nei luoghi sacri a Demetra, è stata “fertile” di scoperte, apprendimenti e scambi culturali.

Molte altre informazioni sulla campagna di scavo verranno divulgate nei prossimi mesi allorché il contenuto alimentare dei recipienti rinvenuti sarà sottoposto a esame biochimico e allorquando molto probabilmente si ufficializzerà l’ipotesi di retrodatare la fondazione delle città di Siris ed Herakleia.

Nel frattempo richiesti di un’impressione sul loro campus lucano, i ragazzi berlinesi, si sono affidati al poeta Archiloco che un “po’ prima” di loro aveva scritto: «Nessun posto è così bello, desiderabile e così accogliente come quello intorno al fiume Siris».

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