E se tra Bari e Taranto spuntasse la Capitale della Cultura?

Bari con la tradizione Nicolaiana e Taranto, con i comuni della grecìa salentina sono tra le dieci città finaliste per il riconoscimento di "Capitale italiana della cultura" assegnato dal ministero per i Beni e le attività culturali per l'anno 2022
(da Wikipedia)

Le previsioni per il 2021 sono sconsigliate, perché i protocolli e le restrizioni impongono progetti a breve termine, ma non tolgono spazio all’immaginazione e alla speranza per nuovi scenari e gradite sorprese. Il tempo di “attesa” forzata permette prima di tutto di piantare semi di novità e di miglioramenti per sé stessi e la comunità.

Forse da questo tragico periodo tra sospensioni e annullamenti di eventi in ogni ambito sociale la fase preparatoria di redazione, di progettazione può rivelarsi sorprendente per alcune realtà cittadine. Mentre Parma continuerà a fregiarsi il titolo di Capitale italiana della cultura anche nel 2021 per ovvi motivi legati all’invasione del coronavirus, a gennaio si potrà già conoscere la città che erediterà la nomina nel 2022.

Nella short list pubblicata dal Mibact la Puglia, con una doppia possibilità, può ritagliarsi un ruolo vincente: tra le dieci città finaliste, infatti, spuntano Bari e Taranto, frutto di un percorso che, seppur con i limiti delle città del mezzogiorno, tra inefficienze e problematiche decennali (una fra tutti la questione dell’ex-Ilva o la xylella), rende visibile un percorso di crescita della comunità, di senso di appartenenza, di fermento culturale che anima i cittadini pugliese. L’esperienza del Salento in questi anni insegna rendendo Lecce tra le città più visitate d’Italia. In qualche modo gli altri capoluoghi stanno seguendo questa rotta nonostante Foggia, sia stata valutata come la provincia con la più bassa qualità di vita secondo un report pubblicato da Italia Oggi e Università La Sapienza di Roma per il 2019; alcuni processi sono lenti e anche al comunità foggiana sta provando a creare coesione e consapevolezza rispetto a gravi episodi di cronaca e una classifica non deve trarre in inganno l’impegno di molti cittadini e associazioni.

La candidatura di Bari e Taranto a capitale italiana della cultura 2022 rappresenta la bandiera di una schiera di associazioni e operatori culturali da tempo impegnati a promuovere cultura, a creare processi virtuosi per il bene comune. Per il capoluogo pugliese si può dare l’avvio della rinascita dai primi anni 2000, per la città dei due mari in particolar modo negli ultimi dieci anni. Non si deve dimenticare che a Taranto il concerto del Primo maggio ultimamente assume il medesimo valore di quello di Roma, anzi simbolicamente rappresenta fondamentale per il diritto al lavoro e alla salute che cittadini e movimenti rivendicano con decisione a seguito del “mostro” dell’ex-Ilva.

Bari si candida nel nome di San Nicola, suo patrono e patrimonio religioso e storico mondiale; Taranto se la gioca sul tema dell’ambiente. La Puglia è l’unica regione a presentare due finalisti ed è già un gran risultato per il criticato e deturpato sud. Soprattutto dopo Matera capitale europea della cultura 2019 un dato certo è che la consapevolezza del valore e delle potenzialità del sud potrebbero tramutarsi in un sistema assolutamente vincente.

Antonio Decaro, sindaco di Bari commenta il traguardo della finale di gennaio: «Questa notizia ci proietta nel futuro. In questi mesi bui in cui siamo costretti a tante rinunce, a partire dai grandi eventi culturali, in cui abbiamo dovuto richiudere le porte dei teatri appena riaperti e annullare appuntamenti importanti con la tradizione e la cultura della nostra città, questa comunicazione ci aiuta a traguardare l’orizzonte che oggi è purtroppo segnato dall’angoscia della pandemia. Comunque vada la prossima selezione di gennaio, vorrei condividere questo risultato con tutti gli operatori culturali della città di Bari con i quali abbiamo costruito il progetto di candidatura perché grazie alla loro creatività oggi Bari può legittimamente ambire a questo prestigioso appuntamento». Il dossier presentato al Mibact dal titolo “Bari 2022, Capitale italiana dalla cultura” è incentrato sul culto nicolaiano, nella sua valenza storica e di fede che unisce ortodossi e cattolica e rende il capoluogo pugliese città del dialogo e di pace. Inoltre la riapertura dei teatri storici e dell’inaugurazione di spazi culturali e Musei attendono di essere riempiti di cultura e creatività.

Fa eco al primo cittadino barese il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci: «Non la vivremo mai come una competizione, ma come l’affermazione di una terra unica e meravigliosa. Il nostro dossier costruito punto per punto valorizza le eccellenze culturali e tradizionali di Taranto e dei comuni della Grecìa Salentina, consentendo alla città ionica di entrare nel palmares delle dieci aspiranti al titolo. E’ già un riconoscimento, perché la commissione ha colto l’importanza del lavoro dietro il nostro dossier. Lo abbiamo scritto seguendo la passione verso l’immensa ricchezza culturale dei nostri luoghi e delle nostre tradizioni, che abbiamo intrecciato con quella coltivata dai ‘fratelli’ salentini della Grecìa». “La cultura cambia il clima” è il titolo del dossier tarantino ed è suddiviso in cosiddetti ecosistemi di eventi culturali, artistici, enogastronomici che vede una forte sinergia della città con i dodici comuni che sulla valorizzazione della tradizione del territorio lavorano da tempo. Taranto e la sua provincia non si sono mai fermati e proprio la pandemia ha rafforzato l’idea della “sostenibilità ambientale”.

A gennaio Bari e Taranto dovranno sfidarsi con altre bellezze d’Italia da Ancona a Trapani, da L’Aquila a Cerveteri, ma al di là del risultato la Puglia ha iniziato un processo e non si può arrestare.

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