Secondo la Banca Mondiale, il quadro macroeconomico del Sudafrica rimane adeguato, nonostante l’aumento del debito pubblico e il limitato margine di manovra fiscale.
L’economia più industrializzata dell’Africa è in difficoltà dalla crisi finanziaria globale del 2008, rallentata da continue interruzioni di corrente e carenza di rinnovamento delle infrastrutture nei porti e sulla rete ferroviaria merci.
Il deterioramento dei sistemi ferroviari, la congestione dei porti e le frequenti interruzioni di corrente hanno ostacolato settori vitali come l’industria mineraria e automobilistica in Sudafrica, consentendo all’economia più sviluppata dell’Africa, nell’ultimo decennio, solo una debole crescita economica.
Pretoria ha quindi stipulato un accordo di prestito di 1,5 miliardi di dollari con la Banca Mondiale: lo ha annunciato il Tesoro sudafricano lunedì 23 giugno. Secondo una dichiarazione rilasciata a Washington, i fondi saranno utilizzati per modernizzare la rete elettrica e aprire il mercato elettrico alla concorrenza, ponendo fine allo storico monopolio della società Eskom. Questo finanziamento sosterrà i piani del governo sudafricano per aggiungere, entro marzo 2027, 3.500 megawatt di capacità da realizzare attraverso energie rinnovabili.
Il governo sudafricano auspica che il prestito della Banca Mondiale limiti anche l‘aumento dei costi di servizio del debito, poiché offre condizioni molto più vantaggiose rispetto ai prestiti commerciali, in particolare grazie ad un bonus di tre anni.
Questo prestito fa parte di un pacchetto di sostegno finanziario fornito dalla Banca Mondiale al Sudafrica a partire dal 2022, per un totale di 3,25 miliardi di dollari. A gennaio 2022 era stato concesso un prestito iniziale di 750 milioni di dollari per sostenere la risposta alla crisi sanitaria e rafforzare la ripresa economica. A settembre 2023, un secondo prestito da 1 miliardo di dollari è stato destinato alla trasformazione del settore energetico, facilitando l’integrazione delle energie rinnovabili e la ristrutturazione di Eskom.
Il Ministro delle Finanze Enoch Godongwana ha dichiarato che si prevede che il debito pubblico si stabilizzerà al 77,4% del Pil nel 2025/26.
Una difficoltà imprevista che si è aggiunta all’inizio di quest’anno è stato lo smantellamento dell’Usaid da parte dell’amministrazione Trump, che ha ridotto i finanziamenti annuali al Sudafrica per la prevenzione e la cura dell’Hiv/Aids di circa 436 milioni di dollari, mettendo così a repentaglio il programma e migliaia di posti di lavoro nel settore sanitario.