Autorevolezza

Nostra figlia frequenta la seconda elementare. In una assemblea di classe, sia il dirigente che la maestra si lamentavano alquanto della mancanza di disciplina: bimbi che non obbediscono, parolacce, difficoltà a rispettare i tempi e da ultimo un bambino che, salutando la maestra, le dice ciao, bella!. Cosa fare?. Fabio e Silvia – Genova Il quadro descritto dai nostri lettori rappresenta una realtà che è sempre più frequente nelle scuole, dove le conseguenze di una cattiva educazione ricadono anche sull’apprendimento. Per rispondere, occorre non lasciarsi prendere da facili modi di dire, ad esempio: I genitori non educano più o Le maestre oggigiorno non riescono ad essere credibili di fronte agli alunni. Simili atteggiamenti lasciano spazio allo sfogo, ma alla fine non portano da nessuna parte. Altri luoghi comuni da sfatare sono legati a dei pregiudizi, tipo I bambini di oggi sono indisciplinati, Certi lazzaroni vanno a scuola solo per disturbare. Sono tutte frasi pericolose perché impediscono agli adulti di mettersi in discussione e comprendere veramente i significati profondi di tanti episodi. In definitiva, alla base di tutto c’è la difficoltà di molti bambini di rispettare le regole e da parte dell’adulto di rispettare e ascoltare il bambino. Le regole sono uno strumento indispensabile per la convivenza e per l’autocontrollo, ma affinché vengano comprese e interiorizzate occorrono delle ragioni valide. Esse sono sempre legate ad una unica realtà, l’amore. Un amore non generico e bonario, frutto del buon senso, che tende ad accontentare e compatire, ma concreto, che innanzitutto si mette nei panni del bambino e cerca di comprenderne la sua logica, che è completamente diversa dalla nostra e ha il coraggio di dire anche dei no quando necessari. Pensiamo di sapere tutto di lui, ma non è così! In realtà noi non lo conosciamo e non lo amiamo nel modo giusto. È questa l’origine principale della maleducazione, del modo di fare distratto e irrispettoso. Le conseguenze alcune volte possono diventare serie e destrutturanti come in gravi episodi di bullismo e di violenza che si registrano talvolta nelle scuole. Cosa fare? Investiamo sempre più risorse nell’educazione primaria, che significa sostegno e formazione alle famiglie, agli insegnanti, agli assessori comunali che si occupano di infanzia. Insomma è ora di comprendere che noi adulti dobbiamo metterci in discussione e abilitarci per prendere tutti la patente di genitori e di educatori. acetiezio@iol.it

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