Atene. Racconto di una notte critica

Una corrispondente dalla Grecia ripercorre le ultime ore decisive per il Paese. Una visione appassionata e sincera, espressione del travaglio di un popolo intero
ansa grecia

Quattrocento anarchici in mezzo a una folla che protesta pacificamente contro l'austerità: non c’è nulla di strano, succede spesso anche da noi. Mentre in Parlamento le ali estreme – Alba Dorata e l’ala dissenziente da Tsipras di Syriza – gridavano contro l'accordodi Bruxelles, anche se per motivi opposti. I partiti dell'opposizione, invece, hanno sostenuto l’accordo in modo moderato che lasciava apparire la loro diversità e le loro linee di difesa. Questo non succede spesso, va detto, è forse la prima volta che accade nel Parlamento ellenico. È il grande pericolo che li unisce. Si spera che duri: è un peccato che ci abbiano messo tanto tempo per capire che un Paese cosi problematico come la Grecia ha bisogno di cooperazione tra le forze politiche per uscire dalla crisi. Comunque, meglio tardi che mai.

Mezzanotte, si vota. Lo sapevamo che sarebbe andata a finire così. Il disegno di legge del governo passa ma con i voti dell'opposizione. Il governo si divide e perde pezzi. Nella Grecia antica si diceva: uden kakon amighes kalou, che in una libera traduzione significa: in ogni male c'è un po’ di bene. Era ora, pensano in molti, che il populismo si allontanasse e fosse sostituito dal pragmatismo, che le illusioni lasciassero spazio alla realtà la quale è dura, forse troppo dura, che deve essere affrontata seriamente e con responsabilità. Pare che Tsipras stia maturando politicamente in queste ultime settimane, si vedrà nei prossimi mesi se ciò è vero.

Ora si aspettano sviluppi politici, perché quattro ministri devono essere sostituiti, e questo non sarà molto difficile da fare. Più complesso il problema della presidente del Parlamento, che appartiene a Syriza e che ha votato no ai provvedimenti chiesti dall’Europa.

Rappresentanti del governo e dell'opposizione hanno ringraziato pubblicamente la Francia, l'Italia e gli Stati Uniti per il loro positivo intervento, e hanno fatto bene. Però nessuno, sia del governo che dell'opposizione, ha pensato di chiedere scusa al popolo greco, a un popolo tanto tormentato dalle loro scelte, dai loro sbagli, dalla loro corta vista che per anni vedeva solamente l'albero e mai il bosco, a un popolo che si sente deluso, illuso, insicuro per il domani e che sta tentando di affrontare una situazione difficilissima con dignità, pazienza, e speranza.

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