L’ascolto pone spesso delle sfide, soprattutto quando parliamo con coloro con cui non siamo d’accordo o che mostrano opinioni opposte ed esperienze diverse. Tuttavia, è proprio quando siamo così diversi o così in disaccordo che diventa importante il nostro ascolto.
Le capacità del nostro ascolto possono essere applicate per aiutare a disinnescare una situazione emotivamente carica generata da un determinato disaccordo, e per fare questo si fa riferimento al concetto di “ascolto attivo”.
L’ascolto attivo è una tecnica di comunicazione che aiuta l’ascoltatore a cogliere i fatti, le sensazioni e le emozioni dietro ciò che ascolta e, in questo modo, aiutare chi parla a diventare meno difensivo e meno polemico. Serve quindi per capire il punto di vista altrui, le motivazioni, i pensieri e le aspettative degli altri, sospendendo qualsiasi giudizio.
Infatti quando le persone vengono ascoltate con sensibilità, tendono a prestare più attenzione e sono in grado di esaminare i loro punti di vista in modo più obiettivo.
Le emozioni a volte possono essere il nostro peggior nemico, perché le emozioni dell’ascoltatore, ma anche le emozioni dell’altra persona, quando sono fuori controllo sono contagiose e tendono a intensificarsi specialmente nei momenti di disaccordo. Se vogliamo comunicare efficacemente proviamo a rispondere alle emozioni che accompagnano le parole, così da dare valore al punto di vista altrui e far sentire l’altra persona compresa. Ma allo stesso tempo la consapevolezza di sé è un concetto importante per comprendere le proprie risposte emotive e saperle gestire nel modo migliore. Quindi è fondamentale considerare l’ascolto di se stessi come un prerequisito senza il quale è impossibile ascoltare gli altri.
Inoltre, nell’ascolto attivo, un altro ingrediente fondamentale è l’empatia, definita come quella capacità di comprendere l’esperienza di un’altra persona come se fossimo noi, e che si può individuare nel linguaggio del corpo, nei toni della voce e nelle parole utilizzate. Nell’ascolto empatico è previsto di dichiarare l’idea che ci siamo fatti di come si senta l’altro, lasciandogli lo spazio di correggerci. In questo modo o si indovina come l’altro si sente oppure si viene corretti e così impariamo a comprendere meglio quella persona. Proprio come la violenza genera violenza, così l’empatia genera empatia.
Ma allo stesso tempo quando stiamo ascoltando una persona e vogliamo entrare in relazione con questa, comprendendola e coltivando un rapporto empatico, dobbiamo cercare di tenere a bada due aspetti, due tendenze umane che creano distanza tra le persone e che possono infastidire gli altri: il sentirsi superiori o meglio degli altri e il rimanere rigidi e inflessibili nel proprio modo di vedere le cose. Queste modalità di sicuro non facilitano l’espressione dei sentimenti e non promuovono neanche un clima positivo di fiducia e accoglienza.
L’ascolto attivo ed empatico, invece, applicato a qualsiasi argomento controverso, porterebbe la maggior parte delle persone ad evitare un’accesa discussione e godersi semplicemente un’amabile conversazione. Quindi è certamente possibile essere in disaccordo ma senza animosità, e inoltre si possono prevenire i conflitti e fare in modo che una relazione sia ricca e soddisfacente.
Mi piace concludere con una citazione di un filosofo greco di nome Zenone: “La ragione per cui abbiamo due orecchie ed una sola bocca è che dobbiamo ascoltare di più, parlare di meno.”
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