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Angola, concluso il vertice tra Unione Africana ed Europea

di Armand Djoualeu

Il settimo incontro tra le due Unioni ha riunito a Luanda, in Angola, quasi ottanta capi di Stato e di governo il 24 e 25 novembre, per discutere di relazioni commerciali, minerali strategici e migrazioni.

Il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, con il presidente dell’Angola Joao Lourenco durante il summit tra Unione Africana e Unione Europea. Foto EPA/AMPE ROGERIO

Unione Africana e Unione Europea si sono incontrate per fare il punto sulla loro cooperazione e tentare di delineare i contorni di un nuovo partenariato, in un contesto di sconvolgimenti senza precedenti su entrambe le sponde del Mediterraneo.

Bisogna riconoscere che il continente africano si trova attualmente in una posizione di forza, corteggiato da russi, cinesi, indiani, turchi e emiratini. In effetti, le relazioni tra africani ed europei si stanno reinventando, non per scelta, ma per necessità imposta dal nuovo ordine globale.

A differenza della Cina, che sta costruendo strade, ponti ed edifici, l’Unione Europea ha da tempo assunto numerosi impegni, senza però sempre rispettarli. A ciò si aggiunge il ricorrente dibattito paternalistico sui valori democratici, i diritti umani e le libertà. Molti leader africani percepiscono queste questioni come un’ingerenza nei loro affari interni o come un atteggiamento condiscendente che li relega allo status di soggetti politici minori.

Nonostante ciò, Africa ed Europa hanno finora mantenuto relazioni solide, rendendo l’Unione Europea il principale partner commerciale del continente africano.

Ma di fronte alle crescenti ambizioni di altre potenze, l’Europa non sembra più disporre di risorse sufficienti per tenere il passo.

Dal lato africano, la proliferazione negli ultimi anni di colpi di Stato ha insediato al potere leader che promuovono un atteggiamento di sfida nei confronti dell’Europa. Una sfiducia che spesso maschera una sovranità superficiale che funge principalmente da leva per i regimi che cercano di eludere qualsiasi forma di responsabilità.

Questo vertice segna 25 anni di relazioni tra l’Unione Europea e l’Unione Africana. Al Parlamento europeo, una risoluzione in 30 punti chiede di costruire un rapporto paritario con l’Africa. Secondo l’eurodeputato belga Yvan Verougstraete del gruppo centrista Renew, l’Africa non dovrebbe essere solo un fornitore di materie prime: «Ciò implica anche l’apertura dei nostri mercati ai prodotti trasformati in Africa. Dobbiamo promuovere partenariati industriali piuttosto che contratti di estrazione».

Rafforzare un partenariato basato su valori condivisi: questo è stato quindi il messaggio del settimo vertice tra l’Unione Europea e l’Unione Africana, conclusosi martedì 25 novembre nella capitale dell’Angola. João Gonçalves Lourenço, presidente dell’Angola e dell’Unione Africana, ha sottolineato la necessità di riforme strutturali per rendere le istituzioni internazionali più inclusive e rappresentative.

Entrambi i partner hanno inoltre accolto con favore i progressi compiuti nell’attuazione del Global Gateway. Questo programma da 150 miliardi di euro, progettato per sostenere i Paesi africani, mira a stimolare la crescita e ad accelerare le transizioni energetica e digitale.

L’Ue sta investendo, ad esempio, nel Corridoio di Lobito, un progetto ferroviario e infrastrutturale lungo 1.300 km che si estende dall’Angola alla Repubblica Democratica del Congo (RdC) e allo Zambia.

I partecipanti hanno inoltre concordato sulla necessità di accelerare l’attuazione dell’Area di Libero Scambio Continentale Africana (AfCFTA) e hanno chiesto miglioramenti alla riforma delle infrastrutture per ridurre l’onere del debito che grava sui paesi africani.

Per quanto riguarda l’energia, i partecipanti si sono impegnati a proseguire la cooperazione nel settore energetico attraverso l’Iniziativa Africa-UE per l’Energia Verde, con l’obiettivo di fornire ad almeno 100 milioni di persone in Africa l’accesso ad energie pulite entro il 2030.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, nel frattempo, ha osservato intervenendo al Vertice che il mondo si sta rapidamente muovendo verso un sistema multipolare, in cui il potere è distribuito tra diverse regioni invece di essere concentrato in una o due. Ma António Guterres ha avvertito che questa evoluzione non garantirà la stabilità. «La multipolarità, di per sé, non è una garanzia di pace», ha affermato. Senza una forte cooperazione, si rischia di alimentare rivalità anziché equilibrio.

Il segretario generale delle Nazioni Unite ritiene che le attuali regole finanziarie siano «ingiuste e inefficienti». Molti Paesi africani rimangono intrappolati nel rimborso del debito, il che limita gravemente le loro opportunità di investimento. Ha chiesto la fine del debito insostenibile, la triplicazione della capacità di prestito delle banche multilaterali di sviluppo e una maggiore influenza dei paesi in via di sviluppo nella finanza globale.

L’Africa possiede un immenso potenziale di energia solare ed eolica, nonché molti minerali necessari per le tecnologie di energia pulita. La domanda di questi minerali triplicherà entro il 2030.

«L’Africa ha le risorse e una forza lavoro giovane. L’Europa ha il capitale e il know-how», ha affermato Guterres. Un autentico partenariato per l’energia pulita, ha sostenuto, potrebbe generare una crescita condivisa e sostenibile. Ha sottolineato che Africa ed Europa hanno la capacità di guidare insieme questi cambiamenti e trasformare l’attuale turbolenza in quella che ha descritto come «una nuova era di speranza».

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