Non poteva esserci tema più azzeccato di quello del “consumo critico e voto col portafoglio” per richiamare l’attenzione e il desiderio di cambiamento dei convenuti al Teatro San Martino di Sesto Fiorentino, venerdì 17 ottobre.
La serata era stata inserita nella cornice degli eventi di Sesto Mondo 2025, rassegna comunale giunta alla settima edizione, ed era stata promossa dal Gruppo Voliamo Alto, VoGliamo AltRo, che all’interno della pieve di San Martino sostiene varie iniziative missionarie nel mondo e promuove eventi di formazione sul territorio.
A fare gli onori di casa Daniele Bani, parroco della pieve, e l’assessore comunale al bilancio, Massimo Labanca.
Il consumo critico -anche detto “voto col portafoglio” – è stato il tema dominante della serata, condotta da Maria Beatrice Cerrino, della Scuola di economia civile di Loppiano, autrice anche di un testo recentemente edito da Effata’ edizioni, e intitolato “10 Lezioni sull’ economia civile, con prefazione di Luigino Bruni.
Beatrice Cerrino ha delineato i valori che contrassegnano l’economia civile: felicita’ pubblica, reciprocita’, fiducia, mutua assistenza, cooperazione, gratuita’, dono, in un elenco che potrebbe continuare a lungo.
Bello il suo incipit con la sottolineatura della parola oikos (Casa), che è parte della radice etimologica di parole come economia ed ecologia. L’economia, dunque, ci guarda e ci riguarda; non è un campo riservato a pochi addetti ai lavori. Essa attende il nostro contributo creativo e quotidiano, vigile e generativo.
Citando nomi noti (Aristotele, Benedetto da Norcia, Francesco d’Assisi) e altri meno noti, è nato il desiderio di una ‘benedetta economia” che sostituisca quella ingiusta e diseguale che l’attualità ci racconta ogni giorno.
Importante è stata la sottolineatura dell’aggettivo ‘civile’. Perché oggi si tende a parlare sempre più di economia civile e non invece di economia politica? Semplificando, perché la Polis greca non equivale alla Civitas romana, essendo quest’ultima, dotata di una maggior tasso di inclusività e di eguaglianza fra cittadini.
L’economia politica si radicherà, a partire dal Settecento, soprattutto nei paesi anglosassoni (Scozia, Inghilterra, Stati Uniti) mentre l’economia civile, nata più o meno nello stesso periodo, prende spunto dall’Illuminismo italiano (Napoli, in primo luogo), ma avrà vita più difficile.
Ed è a questo punto che Beatrice Cerrino ha presentato a tutti la figura dell’abate Antonio Genovesi. Era un sacerdote, e il suo sogno sarebbe stato l’insegnamento della teologia, ma il suo interesse per la filosofia d’oltralpe (Locke) e la sua libertà di pensiero lo posero in cattiva luce, tanto che si salvò per poco dalla scomunica. L’agognata cattedra di Teologia non arrivò, ma la provvidenza, nella forma dell’amico Bartolomeo Intieri, mercante fiorentino, gli giunse inaspettata. Intieri creò per lui, presso la Regia Universita’ di Napoli, nel 1754, la cattedra di Commercio e Meccanica, la prima cattedra economica di cui si abbia notizia. L’Inghilterra dovette aspettare il 1824 per avere la prima cattedra di economia a Oxford.
Molte delle intuizioni del francescanesimo (la lotta all’usura), di Tommaso d’Aquino (il giusto prezzo), dell’Umanesimo civile, trovano in Genovesi compiuta sintesi e un approdo moderno. Eppure il pensiero di Genovesi non riuscì a entrare nel mainstream del pensiero economico contemporaneo, che sara’ dominato dalla figura di Adam Smith e poi dei suoi successori e critici.
Antonio Genovesi ebbe anche valenti discepoli come Giacinto Dragonetti, autore dell’opera Delle virtù e dei premi. E in effetti, oggi abbiamo tantissime leggi per punire i colpevoli, ma nessuna per premiare i comportamenti virtuosi.
Ed è questa una delle note più tipiche dell’Illuminismo italiano e napoletano, l’ottimismo antropologico. Homo homini natura amicus, (l’uomo è per natura amico dell’altro uomo), è una famosa frase di Antonio Genovesi che capovolge il famoso detto del filosofo Thomas Hobbes homo homini lupus (l’uomo è per l’altro uomo un lupo); un manifesto del pessimismo antropologico che tanto invece influenzò Smith e in generale il pensiero economico moderno, europeo e occidentale.
Nella seconda e ultima parte della serata sono fioccate tante domande da parte di un pubblico desideroso di capire come tessere nuovi legami comunitari, come fare rete in modo inclusivo e solidale, come inserire la vita quotidiana nell’immenso orizzonte economico senza esserne schiacciati.
Sandra Della Bella, dottoressa a Loppiano, ha raccontato la recente introduzione delle società Benefit, attraverso un procedimento a cui aderisce un sempre maggior numero di aziende, che certifica le loro etichette ambientali.
Altri chiedevano notizie sui GAS (Gruppi di acquisto solidale), altri sulle migliori app per la guida ad un consumo consapevole; a tutti Beatrice Cerrino ha potuto dare un’indicazione operativa.
Si è anche soffermata sugli Slot Mob, iniziative di contrasto all’azzardo fiorite in tutta Italia negli ultimi decenni. Lo Slot Mob non è un boicottaggio, ma un premio alla virtù: si decide di premiare il bar o il locale che ha liberamente scelto di mettere in pratica una virtù civile e di non guardare soltanto al profitto.
Ed è questa l’istanza del Movimento Slot Mob, che chiede il rispetto dell’art.41 della Costituzione e promuove eventi di festa collettiva per la premiazione dei baristi e dei gestori virtuosi. Che è poi la grande lezione di Genovesi: non si può raggiungere la felicità individuale senza perseguire la felicità di tutti.