Al lavoro per restare in Europa

Il nuovo governo di centrodestra, guidato da Pedro Passos Coelho e formato da Psd e Cds, è al lavoro per cercare di arginare la crisi economica e sociale che ha portato alle dimissioni del premier Sòcrates
Pedro Passos Coelho

Le elezioni parlamentari portoghesi dello scorso 5 giugno si sono concluse con una netta vittoria del principale partito dell’opposizione di centro-destra, il Psd, che ha conquistato la maggioranza assoluta insieme ai suoi alleati del Cds, della stessa area politica. Il prossimo primo ministro sarà, dunque, Pedro Passos Coelho, leader di quel partito. La sconfitta del Partito socialista, del primo ministro uscente José Sòcrates, è stata più marcata di quanto facessero prevedere i sondaggi pubblicati all´inizio della campagna elettorale.

 

Su questo risultato ha avuto un peso decisivo il giudizio sulla responsabilità dell´attuale crisi finanziaria che ha portato alla richiesta di un prestito all´Unione europea e al Fondo monetario internazionale. Gli elettori hanno attributivo questa responsabilità al partito che è stato al governo per circa sei anni e non si è lasciato convincere dalla tesi, sostenuta da Sòcrates, che la crisi portoghese sarebbe un effetto della crisi internazionale.

 

Infatti, alla radice della attuale crisi dell’economia del Portogallo ci sono cause strutturali che risalgono a molto prima dello scoppio della crisi internazionale. Quest’ultima ha soltanto aggravato una precarietà già esistente: il debito pubblico, ad esempio, è a un livello talmente elevato da essere incompatibile con la ridotta crescita economica; insomma si spende molto di più di quello che si produce. Il governo socialista è stato anche accusato, per molto tempo, di aver alimentato delle illusioni per nascondere la gravità della situazione. Anche la disoccupazione ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi anni: tutti questi fattori hanno compromesso gli sforzi di riduzione della povertà in cui il governo si era impegnato con qualche successo iniziale.

 

Il programma del nuovo governo è, in larga misura, condizionato dall´accordo firmato da Sòcrates, con l´appoggio dei partiti ora vincitori, con l´Unione europea ed il Fondo monetario internazionale. Questo accordo richiede delle misure di austerità molto severe e delle restrizioni all´intervento dello Stato nell´economia, comprese le privatizzazioni. A queste misure ne verranno associate altre di stimolo alla crescita economica. C`è, però, chi dubita che possa esserci un vero miglioramento visti gli elevati tassi di interesse imposti al Paese (sono del 5 per cento. Quelli fissati dall’Unione europea sono più elevati di quelli del Fmi). Ecco perché i partiti a sinistra del Partito socialista chiedono la rinegoziazione del debito. Ma gli scarsi risultati elettorali raggiunti da questi partiti (i comunisti hanno conservato il loro elettorato tradizionale, ma il Bloco de Esquerda ha subito un forte calo) dimostrano che gli elettori non credono che le loro siano alternative realiste (infatti, gli interessi pagati prima dell´intervento esterno erano ben superiori al 5 per cento). 

 

Il partito vincitore, il Psd, prende origine da una matrice social-democratica, ma é sempre più influenzato dalle tesi liberiste, soprattutto nella sua attuale direzione e ciò si riflette nel programma elettorale. Il programma del partito minoritario nella futura coalizione, il Cds (di matrice democristiana e centrista alle origini, ma oggi più vicino alla destra conservatrice), non arriva così lontano e si oppone, ad esempio, alla privatizzazione dei servici idrici e di uno dei due canali del servizio pubblico televisivo.

 

Tra le misure adottate negli ultimi anni dal governo socialista ce ne sono anche alcune che hanno suscitato l´opposizione della Chiesa cattolica (oggi meno influente che una volta nella società portoghese): la liberalizzazione dell´aborto, la legalizzazione del matrimonio omosessuale (senza la possibilità dell´adozione) e la facilitazione estrema del divorzio. Questi temi sono rimasti, però, quasi assenti dalla campagna elettorale, sia perché i partiti di centro-destra non hanno delle posizioni chiare al riguardo, sia, sopratutto, perché le questioni economiche e finanziarie sembrano quasi monopolizzare l´attenzione dei politici e dell´opinione pubblica. Deve dirsi, però, che la crisi della famiglia si riflette anche nel calo demografico (tra i più accentuati in Europa), con conseguenze sul piano finanziario.

 

I partiti vincitori hanno cercato di non assumere atteggiamenti trionfalistici, pensando all´aggravarsi della crisi prevista nel breve termine. La coscienza di questo fatto impedisce qualsiasi entusiasmo. Si prevede una ancor maggiore salita dei livelli di disoccupazione, con la riduzione del sussidio imposta dall´accordo con l´Unione europea ed il Fmi. Nel programma del partito vincitore è previsto anche un piano di emergenza sociale. In questo campo, le istituzione di solidarietà sociale, nella sua maggioranza legate alla Chiesa cattolica, sono in prima linea. Ma uno sforzo supplementare di solidarietà da parte di tutti è adesso imprescindibile.   

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