Al campo di Ashti Tu nel Kurdistan iracheno

La vita precaria dei rifugiati fuggiti dall'Isis, nell'accampamento vicino ad Erbil. Ma nessuno vuole ritornare nella città di Qaraqos, appena liberata. Troppa paura
Erbil

Visita ad Erbil ad uno dei tanti campi per i rifugiati cristiani di Mosul, Qaraqosh e dintorni. 1200 famiglie per 5 mila abitanti. Nel campo di container, sotto il patronato dell'Unhcr, la vita va avanti nel fatalismo e nell'attesa di un futuro incertissimo.

 

L'Ong "Un ponte per…" ha aperto una scuola, e c'è pure una chiesa siro-cattolica. Qaraqosh è stata liberata dal Daesh, ma la gente non vuole tornarci. Perché le case sono in massima parte saccheggiate, bruciate o distrutte, ma anche perché si crede che tutti o quasi i musulmani rimasti siano o fossero conniventi con il sedicente Stato islamico.

 

Si vive con i mensili pacchi di viveri, con qualche donazione, talvolta con qualche lavoretto. Dal 6 agosto 2014, giorno dell'entrata del Daesh a Qaraqosh, la vita è diventata un incubo di cui non si vede ancora la fine. Si vive di attesa.

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