Aiutarsi a crescere

Alcune circostanze della vita possono renderci più vulnerabili e ostacolare lo sviluppo di una maturità affettiva. Qualche consiglio per imparare a superare gli ostacoli.

Parlavamo in un precedente articolo di come in alcune circostanze può essere difficile completare il processo di separazione-individuazione che conclude la fase adolescenziale e conduce all’età adulta. Abbiamo visto come questo mancato completamento lasci dei segni nella capacità delle persone di determinarsi. Vediamo adesso quali possono essere le circostanze della vita che più facilmente possono ostacolare lo sviluppo di una maturità affettiva e quali piste sono possibili per superarle.

In generale possiamo dire che:

  • Si è più vulnerabili quando i genitori vivono poco la relazione di coppia e riversano tutte le loro attenzioni, attese, senso di realizzazione e/o nutrimento socioaffettivo sulla vita dei figli. È il caso di quei genitori che ad esempio hanno sacrificato la loro vita lavorativa per i figli e che nel tempo non hanno sviluppato nuovi interessi. Non è infrequente udire infatti il rimprovero di una figlia “sarebbe stato meglio se mia madre dopo la mia nascita avesse continuato a lavorare invece che rimanere a casa”.
  • Sono più vulnerabili i figli che hanno avuto una malattia di lunga durata o hanno riportato conseguenze da incidenti che hanno richiesto lunghe cure e dedizione. Quando essi guariscono o camminano in direzione dell’autonomia, può essere difficile per il genitore accudente reinventarsi un nuovo ruolo.
  • Una vulnerabilità pari esiste quando è il figlio a crescere con un genitore ammalato. Non è infrequente in questi casi che si verifichi una inversione dei ruoli e che il piccolo debba sviluppare precocemente autonomia e capacità di accudimento abdicando alle sue funzioni di bambino o giovane adulto.
  • In altri casi può accadere che il figlio per svariati motivi sia stato considerato fragile e pertanto sia stato protetto eccessivamente o troppo poco. Sia in un caso che nell’altro il giovane ragazzo non può allenare la capacità di generare soluzioni e attuare azioni che gli facciano sperimentare la sua forza.
  • Sono vulnerabili i figli che hanno creduto di dover strutturare una falsa immagine di sé per compiacere i genitori, e per paura di perdere il loro amore. Essi sentono su di sé richieste ed aspettative, ma non vedono riconosciuti i propri meriti.
  • Sono vulnerabili i figli di genitori che disintegrano l’uno l’immagine dell’altro. Questi attacchi non ledono solo l’immagine dell’altro genitore, ma in primis i figli che hanno bisogno e diritto di identificarsi con gli aspetti sani del genitore e di continuare a relazionarsi con lui. A risentirne è anche l’immagine interiorizzata dell’altro sesso, per cui sovente in questi casi i giovani sperimentano una grande difficoltà a mettersi in gioco nelle relazioni amorose.

A partire da queste situazioni possono generarsi alla lunga sentimenti di sfiducia, risentimento, rabbia e distacco difficili da gestire anche a distanza di anni. Essi possono condurre in alcuni casi ad allontanamenti temporanei o definitivi dalle famiglie di origine, che appaiono l’unico modo per continuare a sopravvivere.

Nella maggior parte dei casi si cerca invece un “aggiustamento”. In questo accomodamento alcuni diventano compiacenti fino a permettere al genitore di orientare le proprie scelte. Altri traggono beneficio dal confronto con i pari e il mondo esterno, scoprono che esistono altri modi di relazionarsi nella coppia, che i genitori possono occuparsi dei figli in modi diversi e possono sbagliare anche loro, e cosa ben più importante: che la crescita personale e l’autonomia sono traguardi da raggiungere non condizioni di fatto concesse da altri. È in questi casi che raccolgono tutta la loro forza e motivazione e spiccano il volo, a volte in modo diretto, altre volte lasciandosi sostenere da un professionista.

Ci sono errori che malgrado le buone intenzioni si ripetono nelle generazioni. Questo avviene principalmente quando il problema non è stato identificato o sufficientemente compreso o le persone non hanno gli strumenti per risolverlo e fanno fatica a chiedere aiuto. Rileggere la propria storia non più solo a partire dai propri vissuti, ma tenendo conto della complessità delle circostanze in cui essa si è manifestata, permette di rielaborare la propria vita. Permette anche di aprirsi alle numerose possibilità di evoluzione di una situazione che, come ci mostrano numerose biografie, sono sempre possibili a partire dalle proprie scelte.

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Mediterraneo di fraternità

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons