Africa:unità e insicurezza

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Conflitti, genocidi, violazione delle libertà e dei diritti, accompagnati al sottosviluppo, alla povertà. Sono queste le immagini che, senza distinguere le situazioni reali, si riservano generalmente all’Africa. Il futuro invece sembra ormai affidato all’interesse dei grandi (Cina, Europa, Stati Uniti): ed ecco progetti, piani d’azione, fino a invasioni dagli effetti devastanti. Dimenticando così che il continente guarda alla sua crescita in modo sempre più concreto, aperto certamente agli apporti esterni, ma desideroso di esprimere una sua propria identità. Non mancano esempi di corretta gestione fondati sul buon governo, la democrazia, la non indifferenza, ma è certamente l’esperienza dell’Unione africana che coinvolge tutti i Paesi (senza il Marocco) verso un sistema di integrazione capace di offrire sviluppo e ripresa, utilizzando le risorse umane e naturali esistenti, ricercando nuovi rapporti tra gli Stati e favorendo stabilità al loro interno. Che la stabilità non sia una prerogativa del continente ne hanno avuto riprova i capi di Stato dei Paesi dell’Unione riuniti ad Addis Abeba dal 31 gennaio al 2 febbraio per il decimo vertice dell’organizzazione. Le notizie dal Ciad, dove iniziava la destabilizzazione e un conflitto interno dalle conseguenze non prevedibili, sono giunte mentre si preparava il comunicato finale dei lavori nel quale si inserivano la crisi del Kenya, con l’appello al dialogo tra le parti, e il perdurare del conflitto in Somalia, con la convocazione di una conferenza di riconciliazione nazionale. Realtà a cui si aggiunge l’aggravata situazione in Darfur dove tra l’altro non si riesce a definire il ruolo dell’Onu, accettato dal Sudan solo per ridotti compiti di sostegno logistico. Una condizione rigettata dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, presente ai lavori, e che proprio nel vertice ha avuto un suo effetto: per il secondo anno consecutivo il presidente sudanese non è stato eletto a capo dell’Unione africana, nonostante fosse il suo turno secondo la regola della rotazione. Eppure, tema ufficiale dell’incontro era lo sviluppo industriale in Africa, legato all’integrazione delle popolazioni nei processi decisionali e a una nuova visione economica rispetto ai sistemi tradizionali. Nell’attenzione rispetto, però, ad alcuni valori fondamentali: l’unità degli sforzi, l’azione solidale e la condivisione delle responsabilità. I pilastri su cui di fonda l’Unione africana e che, nonostante tutto, consentono agli africani di proseguire nel difficile cammino dell’unità.

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