A Milano 350 posti per i profughi

Sono disponibili una caserma e due strutture della protezione civile. E il Comune si appella all'Unione europea per un aiuto  
Immigrati

Dopo la richiesta del Viminale agli enti locali affinché indicassero, attraverso le prefetture, le eventuali disponibilità abitative (dormitori, residence, colonie, alberghi) per ospitare i profughi in arrivo dalla Libia e dal Nord-Africa (nella foto, un’immagine degli sbarchi a Lampedusa), ora ci sono le prime indicazioni da parte della città di Milano.

 

I primi, primissimi numeri sono al momento sul tavolo del prefetto Gian Valerio Lombardi, che ha terminato la consultazione di enti pubblici e associazioni non profit. «La situazione è ancora troppo fluida per poter prevedere quale sarà l’esito. In ogni caso anche se gli eventi libici dovessero volgere al peggio, sapremo fare le cose con lucidità e razionalità», assicura il prefetto Lombardi. Che insiste su un punto: «La ripartizione dei flussi spetterà a Roma».

 

Milano dovrà uniformarsi alle decisioni prese al Viminale e dintorni. Il capoluogo lombardo ad oggi mette a disposizione, oltre alla caserma Mameli del terzo Reggimento Bersaglieri vuota dal settembre 2009, altre due strutture civili riconducibili alla protezione civile.

 

Intanto, in attesa di sviluppi dal nord Africa, la politica milanese vive le prime fibrillazioni. «Intendo chiedere all’Anci – ha detto il sindaco Moratti – di promuovere in Europa la richiesta di maggior attenzione per quelle città che hanno un’esposizione maggiore secondo il principio della ripartizione dei flussi». Un sos lanciato all’Unione europea, dunque, perché – insiste la
Moratti – non possono essere solo le città italiane a farsi carico dell’emergenza. «Noi sindaci stiamo già aiutando le città più esposte all’esodo, è un principio di solidarietà che esiste e che chiediamo all’Europa». 

 

L’europarlamentare e consigliere comunale Fidanza gli fa eco: «A livello parlamentare garantiremo il massimo sostegno all’iniziativa della Moratti e a tutte le azioni che possano alleggerire l’impatto di queste migrazioni su Milano e sull’Italia». Per il vice sindaco De Corato Malpensa potrebbe ospitare una struttura d’accoglienza, «da dove sarebbe più facile espellere poi i clandestini». La Provincia di Milano invece conferma che non ha immobili. Il presidente Podestà precisa: «Non abbiamo edifici adatti per accogliere i profughi che arriveranno dal nord Africa». Poi, l’appello a Bruxelles. «L’Italia non è oggettivamente in grado di fronteggiare in modo permanente flussi così massicci. E neppure la Costituzione europea prevede accoglienza indiscriminata. Se non si dimostra coesione davanti a questa situazione, viene spontaneo domandarsi di che cosa abbiamo parlato in tutti questi anni».

 

La polemica sulla scarsa disponibilità degli immobili però non manca. Fanno notare dall’opposizione che di fronte a un’eventuale emergenza umanitaria, la città che ha buttato milioni di euro in consulenze inutili, ora non potrà non fare la sua parte nel quadro degli impegni nazionali e internazionali.

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