Rivedo Anna e Marco per il nostro incontro conclusivo. È un momento prezioso in terapia quello della chiusura di un percorso, poiché permette di mettere a fuoco il processo di cambiamento avvenuto e di “porre un sigillo” come simbolo del valore di quanto vissuto e condiviso anche con il terapeuta. Quello che emerge dal loro racconto è proprio ciò di cui vorrei parlare in questo spazio a mia disposizione: l’importanza di costruire l’intimità nella coppia.
La prima definizione che il dizionario italiano dà di intimità è: «Grande confidenza e familiarità». E l’aggettivo “intimo” indica qualcosa di interiore, molto interno. L’intimità quindi come connessione profonda con un’altra persona, una condivisione reciproca e confidenziale della nostra interiorità.
Anna sente che grazie alla terapia di coppia è stato possibile ritrovarla, Marco adesso si accorge quando questa viene meno. Cosa ha reso possibile questo cambiamento? Ciò che insieme mettiamo in luce è che c’è un elemento che risulta fondamentale perché una relazione possa essere intima, e questo è il senso di sicurezza. Sentirsi al sicuro è tra i bisogni fondamentali dell’uomo per poter vivere serenamente e disattivare quel sistema che ci tiene in allerta in presenza di un pericolo reale o percepito.
Costruire il senso di sicurezza nella coppia appare allora necessario per potermi fidare dell’altro e affidarmi alla relazione. Mi sentirò al sicuro con il mio partner se la nostra relazione sarà quello spazio privo di giudizi e critiche in cui sentirmi accolto per ciò che sono. Uno spazio in cui aprirci con curiosità e rispetto all’ascolto dell’altro mettendo per un po’ da parte i nostri pensieri, valori, convinzioni.
Il senso profondo di essere coppia, di essere in due, implica l’essere interessati al partner come altro, all’altro come novità… a prescindere da come siamo abituati a percepirci nella routine quotidiana, da quegli equivoci, incomprensioni che fanno scatenare in noi la paura di non essere accolti né visti dall’altro.
Ed ecco qui un altro elemento fondamentale perché l’intimità sia possibile: accettare la nostra vulnerabilità e permettere all’altro di conoscerla. Essere amati per ciò che siamo implica dare all’altro la possibilità di amarci per ciò che siamo, superando la paura di “metterci a nudo” davanti a lui o lei.
Dal bilancio sul lavoro fatto insieme, Anna e Marco hanno reso esplicita una dimensione che esprime e permette all’intimità di crescere ed essere custodita, nutrendo la relazione ed il desiderio di stare insieme, che è la generatività.
Generare qualcosa insieme, non parliamo necessariamente di figli, ma di un progetto da vivere insieme. Anche qualcosa di piccolo, di temporaneo che lascerà poi il posto a qualcos’altro, ma condiviso. Pensato, scelto e vissuto insieme. La possibilità di mantenere, tra i tanti impegni e progetti personali di ciascuno, una direzione comune.
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