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Persona e famiglia > Noi due

I “giochi coniugali”

di Lucia Coco

- Fonte: Città Nuova

Come liberarsi dalle dinamiche disfunzionali che nuocciono le relazioni di coppia?

Foto Pexels

A volte i partner mettono in atto tra loro interazioni disfunzionali che terminano con emozioni negative da parte di entrambi e che vengono messe in atto in maniera ripetitiva, nonostante le conseguenze non buone. Tali interazioni vengono chiamate “giochi psicologici”, termine coniato da Eric Berne, fondatore dell’Analisi Transazionale.

Ma perché i partner cominciano a giocare”? Perché ad un certo punto della loro storia cominciano a fare esperienza di bisogni frustrati e quindi cominciano ad assumere atteggiamenti automatici, non riescono a chiedere direttamente, a mostrare apertamente i propri bisogni e utilizzano modalità disfunzionali di relazionarsi.

Berne descrive ben 36 giochi psicologici che le persone possono mettere in atto, di cui 7 denominati coniugali”. Ogni coppia ha uno o più giochi preferiti, durante i quali i partner interpretano principalmente tre ruoli, muovendosi come in un triangolo drammatico in cui a ogni vertice corrisponde un ruolo. I tre ruoli sono: Persecutore, Salvatore e Vittima.

La Vittima ottiene attenzione perché sia Persecutore che Salvatore si concentrano su di lei. Col suo ruolo soddisfa il bisogno di dipendenza e permette di evitare l’assunzione di responsabilità. Il Persecutore è controllante, critico, oppressivo e giudicante. Si sente superiore e bullizza la Vittima. Ma così facendo evita i propri sentimenti e le proprie paure. Infine, il Salvatore accorre in aiuto della Vittima. Ciò gli permette di mettersi in buona luce e sentirsi moralmente superiore, giusto, ma anche di evitare i propri problemi e sentimenti. Le sue azioni hanno comunque effetti negativi, perché permettono alla Vittima di rimanere dipendente e al Persecutore di continuare ad attaccare. Adriano Stefani, psicoterapeuta, ha analizzato i 7 giochi psicologici coniugali” di Berne: 

 1) Spalle al muro
Un partner parla all’altro mettendolo con lespalle al muro”, chiedendogli di fare una cosa, per poi biasimarlo sia se la farà, sia se non la farà. Per esempio, Maria dice: “Puoi lavarmi la macchina, per favore? Io non sono capace!”. Gianni mettendosi all’opera: D’accordo, ci penso io”. Maria, con sguardo giudicante: Certo che non sei proprio bravo tu a lavare la macchina!” E Gianni: “Allora non lo faccio!”. Ma Maria: Ecco, lo sapevo, devo sempre fare tutto da sola!”. Maria passa dal ruolo di Vittima che svaluta la sua capacità di lavare la macchina a quello di Persecutore, Gianni da quello di Salvatore a quello di Vittima. 

2) Il tribunale
Questo gioco di coppia si gioca in tre: un partner nel ruolo dell’Accusatore, un partner nel ruolo dell’Imputato e una terza persona, di solito un figlio o uno psicoterapeuta, nel ruolo del Giudice. Ad esempio, in una seduta di terapia di coppia, Gianni enumera tutte le mancanze di Maria, la quale cerca di difendersi e probabilmente dopo un po’ i ruoli si invertono. Se il gioco non viene svelato e interrotto, il terapeuta (magari sollecitato da uno dei due: “Ci dica dottore chi ha ragione?”) assumerà il ruolo di Giudice, ma la terapia sarà destinata a durare poco e a non approdare a nulla. 

3) La frigida o il frigido
Un partner mette in atto il suo approccio sessuale, l’altro lo respinge. Dopo ripetuti tentativi, il partner respinto si sente accusato di non amare di vero amore e di essere interessato unicamente al sesso. Dopo un altro po’, parte una raffica di accuse reciproche. Entrambi i partner passano vicendevolmente dal ruolo del Persecutore a quello della Vittima. 

4) L’occupatissima o l’occupatissimo
Uno dei due partner è costantemente sovraccaricato dagli impegni di coppia e familiari. L’altro partner è pronto a criticare il partner occupatissimo appena questi mostra qualche segno di cedimento fino al momento in cui questi non ce la fa più e si arrende. Ad esempio, Roberta è una casalinga-lavoratrice con tre figli e si occupa di tutto in casa. Sergio quando la sera non trova in tavola la sua cena preferita, brontola. Roberta col tempo finisce per sentirsi sempre più infelice ed un giorno crolla. Sergio assume il ruolo di Persecutore, mentre Roberta passa dal ruolo di Salvatrice (che provvede sempre a tutto dentro casa) a quello di Vittima. 

 5) Tutta colpa tua
Un partner impedisce di fare qualcosa all’altro partner. Questi allora si lamenta e colpevolizza il primo, attribuendogli la responsabilità della propria infelicità. 

6) Non è la volontà che mi manca
Un partner non ha voglia di fare qualcosa e utilizza delle scuse per non farla perché teme che, se svelasse la sua vera motivazione, verrebbe criticato. L’altro partner propone delle soluzioni che vengono tutte regolarmente respinte in una conversazione del tipo: “Sì, ma…”. Ad esempio, Francesca: Andiamo al cinema oggi pomeriggio?”. Michele, che in realtà ha in progetto di vedere una partita in TV: Mi piacerebbe, ma non posso, l’ultima volta il film era davvero noioso, ricordi?”. Francesca: Perché non ne scegliamo uno di tuo gradimento stavolta?”. Michele: Ho già guardato la programmazione ma non c’è nulla di interessante”. Francesca: Allora guardiamo la programmazione di un altro cinema, non quello solito”. MicheleGrazie, no, è troppo lontano arrivarci”. A questo punto la discussione si chiude con Michele che ha raggiunto il proprio scopo di rimanere a casa, ma c’è tensione nell’aria. 

7) Non è così, tesoro?
In un contesto sociale, un partner fa un’osservazione sottilmente offensiva nei riguardi dell’altro partner, aggiungendo: Non è così, tesoro?”. Questi, per non essere scortese in pubblico rispetto al partner che l’ha chiamato, per giunta, tesoro”, fa buon viso a cattivo gioco. Ad esempio, Umberto dice a Lucia che esprime il suo dubbio rispetto a quale tipo di vino servire agli ospiti: “Non è il caso che fai di tutta l’erba un fascio, non è vero, tesoro?”. In realtà Umberto e Lucia hanno da poco litigato rispetto ad alcune scelte da fare e Umberto ha ritenuto che Lucia non avesse fatto delle opportune distinzioni riguardo ad alcune situazioni familiari e in pubblico le dà una stoccata. Lucia si trattiene e incassa. Un partner incarna il ruolo del Persecutore, l’altro quello della Vittima che non  reagisce. Ma per quanto tempo? Probabilmente, Lucia quando smetterà di assumere il ruolo della Vittima prenderà il ruolo del Persecutore 

Ma come riuscire a liberarsi di queste dinamiche disfunzionali che nuocciono tantissimo alla relazione di coppia? Il primo passo è imparare a riconoscerle e così accedere ai bisogni sottostanti che portano a esse. Molto spesso ci sono bisogni di essere visti, riconosciuti come persone e come partner o bisogni ignorati di sentirsi ascoltati e amati. Accedere a questi bisogni, diventarne consapevoli ed assumersi la responsabilità di esprimerli direttamente è il più grande antidoto al veleno di queste dinamiche disfunzionali. 

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