Uno storico appuntamento calcistico. No, non stiamo parlando della Copa America, che sta catalizzando l’attenzione degli appassionati di tutto il mondo, a prescindere dalla loro nazionalità. Qui stiamo parlando di un evento ancor più importante, se non sotto il profilo sportivo, certamente da un punto di vista simbolico. Il tutto, a prescindere dal risultato finale.
Domenica scorsa, infatti, la Palestina ha ospitato il suo primo match casalingo di qualificazione ai Mondiali. E lo ha fatto festeggiando il passaggio al secondo turno preliminare della zona asiatica a spese dell’Afghanistan. Sì, Palestina-Afghanistan. Due Paesi (intesi come territori, dato che il primo politicamente ancora non esiste) poco adusi, per ovvie ragioni, a partecipare ad eventi sportivi di tale portata (Olimpiadi escluse). Due Paesi dei quali si sente spesso parlare, e non certo per ragioni positive, sui media di tutto il mondo. Due Paesi che, nonostante guerre, sfruttamento e povertà, hanno una disperata voglia di crescere. E, perché no, anche sotto il profilo sportivo.
Sino a qualche anno fa, lo stadio di Kabul veniva utilizzato per le esecuzioni capitali. E sino a qualche anno fa, in Palestina lo stadio nemmeno c’era. L’esordio casalingo della nazionale “dei territori”, costretta in precedenza a giocare sempre “in trasferta”, è avvenuto soltanto il 26 ottobre 2008 (1-1 con la Giordania). Nemmeno tre anni dopo, ecco il debutto interno ai Mondiali (saremo pure ai “preliminari dei preliminari”, ma sempre di Mondiali si tratta). E stavolta, a non poter giocare davanti al pubblico di casa è stato l’Afghanistan. Kabul poco sicura? Ok, si gioca a Tursunzoda, città tagika al confine con l’Uzbekistan. Sarà stato il fatto di non poter essere sostenuti dal proprio pubblico, sarà stata la feroce determinazione dei loro avversari, ma lo 0-2 interno subito dagli afgani (gol di Alyan e Alamour) si è rivelato impossibile da recuperare.
Al ritorno, infatti, i sostenitori accorsi in massa al “Faysal Al-Husseini” di Al Ram si sono potuti accontentare dell’1-1 (vantaggio interno di Wadi, pareggio di Arezou) per celebrare nel migliore dei modi l’esordio casalingo della loro nazionale in un match di qualificazione ai Mondiali. E il 28 luglio si torna allo stadio: c’è Palestina-Thailandia. Il sogno continua.